giovedì 11 agosto 2011

RODI - LE IMPONENTI FORTIFICAZIONI E IL LUNGO ASSEDIO DEI TURCHI


La foto mostra l'enorme fossato che circondava le mura. Un altro muro esterno sbarrava l'accesso al fossato ed impediva che gli assalitori potessero cercare di riempire di terra tale fossato. Le fortificazioni erano state rinforzate e in parte ricostruite, dopo che, nel 1453, la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi aveva dimostrato il micidiale effetto dei cannoni sulle mura antiche. Il primo attacco dei Turchi a Rodi ci fu nel 1480; l'assedio fallì, però gli assalitori erano riusciti ad aprire una breccia da cui erano entrati alcune centinaia di giannizzeri. Fortunatamente, i cavalieri riuscirono a ricacciare gli invasori e ad impedire ulteriori infiltrazioni. Il valore dei Cavalieri durante l'assedio aveva suscitato ammirazione nel mondo cristiano e stimolato le donazioni. Con tali soldi furono apportati molti miglioramenti alle fortificazioni, in previsione di nuovi attacchi.

Nel 1522 il sultano Solimano il Magnifico invase Rodi con forze imponenti. Secondo alcune fonti, i Turchi erano 200.000 con 400 navi; ad essi  si contrapponevano 700 Cavalieri e 7000 ausiliari greci. Per il sultano Rodi era una "spina nel fianco": va infatti tenuto presente che Rodi dista appena una quindicina di chilometri dalle coste turche che sono visibili distintamente (come mostra la foto).

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Da “Maometto il Conquistatore” di Franz Babinger
“Le truppe in riposo sulla costa anatolica, dove avevano svernato,  furono imbarcate e il 23 maggio 1480 cominciò l’assedio della città e della fortezza di Rodi, che si protrasse per 89 giorni.  …. La flotta, nonostante la violenta opposizione del presidio del castello, fece approdare a ovest della città di Rodi, ai piedi del monte Santo Stefano, cannoni e truppe che subito si trincerarono sul monte; e già due giorni dopo due enormi cannoni furono portati verso le mura. Essi furono messi in posizione presso la chiesa di Sant’Antonio.  …. Gli assedianti portavano con sé circa sedici cannoni pesanti … L’effetto delle grandi palle di pietra scagliate dalle bocche dei giganteschi cannoni dalla parte di terra contro le trincee esterne e specialmente contro la principale fortificazione avanzata, la torre di San Niccolò, fu rovinoso, perché non meno di trecento di questi giganteschi proiettili furono lanciati in sei giorni contro il baluardo cristiano. Esso tremò dalle fondamenta e la città sarebbe stata probabilmente perduta, se mille operai non fossero riusciti, con lavoro ininterrotto, a creare, per mezzo di una trincea e di un terrapieno, uno sbarramento di fronte alla torre distrutta. …. Mesih Pascià fece impiegare tutta la forza dei cannoni contro il cosiddetto quartiere ebraico, dove la città sembrava più facilmente accessibile. …Venerdì 28 luglio le fitte schiere avanzarono irresistibilmente attraverso le rovine dei valli. L’intero esercito ottomano di circa quarantamila uomini si riversò sulle trincee, sulla spiaggia e intorno alla città assediata. Nella breccia delle mura si spinsero, avidi di bottino i giannizzeri. I Rodioti furono ricacciati e già la bandiera del grande ammiraglio dalle frange d’oro e d’argento veniva piantata in cima al bastione espugnato, quando Mesih Pascià, il quale credeva la città nelle sue mani, fece proclamare dai banditori sui bastioni che l saccheggio era proibito e che il tesoro di Rodi apparteneva al redito statale del sultano. Le conseguenze di questo passo non si fecero aspettare. La truppa d’assalto rifiutò di continuare a combattere, date queste premesse. Tutti si precipitarono indietro verso l’accampamento. Il gran maestro ed i suoi si radunarono intorno alla bandiera dell’Ordine con la immagine del Redentore ed essi avevano già combattuto per ben due ore corpo a corpo, quando il fatale ordine di Mesih Pascià con un sol colpo modificò la situazione della battaglia.  …Pare che le perdite dei turchi ammontassero a novemila morti e quindicimila feriti.”  

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Schema delle fortificazioni (da Wikipedia)



L'assedio durò sei mesi; Solimano, dopo avere perso decine di migliaia di uomini, pensava di ritirarsi, ma un traditore, il D'Amaral, gli rivelò i punti deboli delle fortificazioni. Così i Cavalieri furono costretti ad arrendersi; i 170 superstiti ebbero salva la vita ed i loro averi. Salparono alla volta di Civitavecchia, da cui si trasferirono a Malta; lì i Cavalieri rimasero fino all'attacco di Napoleone.
Solimano, per rigraziare Allah della conquista, costruì a Rodi una Moschea (visibile nelle foto). Le chiese furono trasformate in moschee.

L'ingresso dei Turchi nella città fu segnato dalla strage degli abitanti che, secondo la tradizione, finì solo quando lo stesso Solimano vide il sangue dei Greci scorrere come un fiume.
L'occupazione dei Turchi durò 390 anni, che l'isola passò sotto un giogo oppressivo; i Greci che opponevano resistenza furono torturati, privati dei loro averi, scacciati dalla città murata, dove abitavano solo i Turchi e gli Ebrei. Nonostante le persecuzioni, molti Rodioti presero parte alla lotta di liberazione nazionale, ma l'isola, a causa della presenza dell'esercito turco, non potè ribellarsi.


Le mura ed i bastioni visti dal fossato - Foto di Aga Khan (IT) del 2011 - Licenza Creative Commons



  


La cinta più esterna delle mura, oggi circondata dalle automobili e non più dai guerrieri turchi.





Porta d'Amboise - Foto di Aga Khan (IT) del 2011 - Licenza Creative Commons






Rodi rimase sotto il dominio turco fino al 1912 quando, dopo la guerra di Libia, passò sotto il dominio italiano che durò fino al 1943. Dopo l'8 settembre ci furono scontri tra la guarnigione italiana ed i tedeschi, che ebbero il sopravvento. Nel 1945 l'isola passò sotto il controllo inglese e, nel 1947, fu assegnata alla Grecia.  



PASSEGGIATA LUNGO IL FOSSATO MEDIOEVALE


Si può percorrere tutto il fossato medioevale che corre lungo le mura.












































































































VISTA DALL'ALTO














Mappa di Costantinopoli






Vedere anche:

RODI - LINDOS 



IL PALAZZO DEL GRAN MAESTRO E L'OSPEDALE DEI CAVALIERI


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