martedì 15 dicembre 2015

OSTIA ANTICA - LA PORTA DELL'IMPERO ROMANO


Ostia, sorta alla metà del IV sec. a.C. come insediamento fortificato (castrum) alla foce del Tevere e prima colonia romana, si sviluppò in epoca repubblicana ed imperiale per via della sua importanza strategica di porto di Roma.
L'area archeologica occupa 24 ettari, di cui 33 di strutture antiche continue, in alcuni casi conservate fino al secondo piano degli edifici. Della città che nel momento di massima espansione, il II sec. d.C., raggiunse i 50 mila abitanti, si conservano grandi aree pubbliche e private, grandi templi e santuari, terme pubbliche, il teatro con il Piazzale delle Corporazioni, botteghe, thermopolia e cauponae (osterie), grandi magazzini che caratterizzano Ostia come città portuale legata alla annona di Roma. Ostia conserva moltissime testimonianze di edilizia residenziale privata in Italia in età imperiale (insulae e domus), consentendo di seguirne la evoluzione dalla età flavia sino alla fine del IV secolo.  Le case ostiensi documentano la pittura romana a partire dalla età flavia e illustrano la qualità e varietà dei mosaici pavimentali.

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I resti dell'antica Ostia si inseriscono in un contesto geografico e territoriale molto diverso da quello antico: infatti,  in età romana, il Tevere costeggiava il lato settentrionale dell'abitato, mentre ora ne tocca solo in minima parte un tratto del settore occidentale, essendo stato il suo letto trascinato a valle da una rovinosa e famosa alluvione, nel 1557; inoltre la linea di costa, in origine vicina alla città, risulta attualmente distante circa 4 km, per l'avanzata della terraferma, dovuta ai detriti lasciati dal fiume negli ultimi 2000 anni. Ostia era quindi una città sorta - con un suo porto fluviale - sul mare e sul fiume e questa sua particolare posizione ne determinò la importanza attraverso i secoli sotto il profilo strategico-militare e sotto quello economico. Una antica tradizione ne attribuiva la fondazione al quarto re di Roma, Anco Marzio, intorno al 620 a.C., per lo sfruttamento delle saline alla foce del Tevere (da cui il nome Ostia, da Ostium = imboccatura). Comunque, i resti più antichi sono rappresentati da un fortilizio (castrum) in blocchi di tufo, costruito dai coloni romani nella seconda metà del IV secolo a.C. con scopi esclusivamente militari, per il controllo delle foci del Tevere e4 della costa laziale. Successivamente, soprattutto dopo il II secolo a.C. (quando Roma aveva ormai il predominio sopra il Mediterraneo), cominciò a venire meno la funzione militare della città, destinata a diventare in poco tempo il principale emporio militare della Capitale. Ma l'inadeguatezza del suo porticciolo fluviale rese necessaria la costruzione dei grandi impianti portuali più a nord della foce del fiume (nell'attuale sito di Fiumicino), nell'arco dei primi due secoli dell'era volgare: prima con l'imperatore Claudio (metà del I secolo d.C.) e poi con Traiano (113 d.C.). Da allora Ostia  vide aumentare la propria importanza, specialmente nel II secolo d.C., quando ospitava una popolazione di circa 50.000 abitanti ed era dotata di edifici e strutture direttamente o indirettamente collegate alle attività commerciali dei porti. Dalla fine del III secolo d.C., sia per la generale crisi dell'impero e per la accresciuta importanza del porto di Traiano,  iniziò il lento declino che, nel giro di due secoli, portò all'abbandono della città. L'abitato, delimitato dalla cinta muraria, la cui costruzione fu promossa da Cicerone verso la metà del I secolo a.C., era scandito da due principali assi stradali ortogonali: : il decumano massimo su cui si affacciavano gli edifici principali (horrea, cioè magazzini, terme, teatro, etc.) e il cardo massimo che si incrociavano nel punto nevralgico e principale della città: il Foro.


CASTELLO DI GIULIO II

Fu costruito per volere di papa Sisto IV (1483 - 86) da Giuliano della Rovere (il futuro Giulio II) su progetto di Baccio Pontelli, mentre è incerto il ruolo di Giuliano da Sangallo. Fu utilizzato da Pio VII come alloggio per i carcerati che lavoravano nei vicini scavi di Ostia e nella bonifica. Il complesso unisce ai ritrovati difensivi derivati dalla trattatistica dell'epoca (rivellino, basse torri, merloni, casematte collegate da gallerie) forme ed elementi tecnologici che anticipano soluzioni attuate nel secolo XVI (baluardo poligonale, uso delle cortine a scarpa). La pianta triangolare, articolata intorno ad un cortile trapezoidale, presenta agli angoli due torrioni circolari ed uno più alto, a base pentagonale, organizzato per l'ultima autonoma difesa; esso ingloba probabilmente la precedente torre di Martino V.



LA NECROPOLI DELLA VIA OSTIENSE

E' la necropoli ostiense più antica, situata sulla via che collegava Ostia a Roma, fuori della cosiddetta Porta Romana. Gli edifici si allinearono prima lungo tale percorso per poi estendersi a Sud verso una via cimiteriale interna. Un ultimo gruppo di tombe si dispose su una strada pavimentata, denominata via dei Sepolcri.  

La necropoli presenta varie fasi dal II sec. a.C. fino al III-IV d.C. e ciò ne rende complessa la lettura. Varie tipologie funerarie riportano ai due principali riti di sepoltura: la cremazione e l'inumazione. In relazione al primo rito, si segnalano i monumenti in tufo a pianta quadrangolare, i semplici recinti dove i defunti venivano bruciati per poi essere deposti in ossari disposti lungo le mura perimetrali. e, infine, i più tardi colombari, con nicchie ricavate nelle pareti per le olle cinerarie.
A testimonianza della inumazione restano numerose tombe a camera con sepolture in sarcofagi allineati all'interno o murati in nicchie sepolcrali ad arco (destinate ad accogliere un loculo o un sarcofago).
Questa necropoli costituisce, insieme a quella posta all'esterno della cosiddetta Porta Laurentina (fuori dell'area di visita) una delle principali aree destinate alla sepoltura che, in obbedienza a precise disposizioni, dovevano essere poste fuori delle porte delle città. Nel caso della via Ostiense, inoltre, le tombe si disponevano lungo il lato sinistro della strada, perché lo spazio tra la strada ed il Tevere sul lato opposto era destinato ad uso. pubblico. 




IL TEATRO ROMANO

Fu eretto da Agrippa, ma riedificato in mattoni nel 196. Le scale salgono alla sommità della cavea con due ordini di gradinate ricostruite, mentre il corridoio centrale a livello della strada immette nell'orchestra.


PIAZZALE DELLE CORPORAZIONI  

Fu progettato sotto Augusto ad uso degli spettatori durante gli intervalli. La forma attuale con portico a due file di colonne laterizie sui tre lati risale alla età adrianea. Lo spazio centrale era occupato da giardini, statue di personaggi legati al commercio e da un tempio. I mosaici figurati e iscritti nel portico, nei quali ricorrono le navi onerarie, sono dovuti alle corporazioni di mestiere ("collegia").


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Al porto fluviale di Ostia giungevano carichi dall'India e dall'Arabia, tessuti babilonesi, ornamenti delle regioni barbariche, marmi greci e africani, olio spagnolo e, soprattutto, tonnellate di grano dalla Sicilia e dall'Egitto, che venivano stoccate nei magazzini del porto, gli horrea. La maggior parte di questo grano veniva poi distribuita gratuitamente ai forn del pane disseminati per la città, al fine di assicurare il pane ai più poveri.  


CASTELLO DI GIULIO II







MAPPE



















LA NECROPOLI DELLA VIA OSTIENSE




















IL TEATRO ROMANO























IL PIAZZALE DELLE CORPORAZIONI











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IL FORO






Il Capitolium
















MITREO DELLE TERME DEL MITRA







TERME DI NETTUNO



















L'IMPERATORE CLAUDIO



Claudio





Agrippina Minore




Messalina




Germanico




Nerone

Agrippina nacque in un accampamento romano sulle sponde del Reno dalla coppia più amata di Roma: Germanico, figlio adottivo e nipote dell'imperatore Tiberio, e Agrippina Maggiore, la nipote preferita di Augusto. Il padre Germanico morì avvelenato in Siria, quando la bambina aveva solo tre anni. La madre attribuì il crimine allo stesso Tiberio, preoccupato per la crescente popolarità di Germanico in seno all'esercito.
Con l'ascesa al trono del fratello Caligola, Agrippina decise di farsi vedere: il suo volto compare sul rovescio di una moneta, dove incarna la Securitas (la dea della sicurezza e della forza dell'impero), mentre le sorelle Drusilla e Livilla rappresentano Concordia e Fortuna;  sul recto appare Caligola. L'imperatore ricoprì di onori le tre sorelle e le incluse nelle preghiere ufficiali.  La vita di Agrippina iniziò una fasa di fulgore e popolarità, culminata a ventidue anni con la nascita di Nerone, il suo unico figlio maschio. Era figlio di Gneo Domizio Enobarbo, che morì, quando il bambino aveva tre anni. Agrippina sapeva quanto fosse importante avere  un erede maschio e decise di ottenere per lui gli onori imperiali. In una società che relegava le donne nella sfera domestica, era impensabile che lei potesse avere cariche per sé; Avrebbe dovuto soddisfare le sue ambizioni politiche indirettamente, attraverso il figlio. 


Nel 49 d.C. Agrippina sposò Claudio, suo zio. Portò a Roma Seneca e lo assegnò come precettore al figlio. L'anno dopo, ricevette il titolo di Augusta. Nel 54 morì Claudio, forse per avere ingerito un piatto di funghi, avvelenati per ordine di Agrippina.  Nello stesso giorno, il Senato e l'esercito acclamarono imperatore Nerone. 

Nel 59 d.C., dopo essersi salvata da un naufragio in mare, Agrippina fu uccisa nella sua villa di Bauli da alcuni sicari, mandati da Nerone.



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