venerdì 20 marzo 2015

ROMA - LA BASILICA DEI SS QUATTRO CORONATI AL CELIO

LA BASILICA DEI SS QUATTRO CORONATI AL CELIO

Secondo la Pontificia Academia Cultorum Martyrum, i Ss. Quattro Coronati sono Castorio, Sinfroniano, Claudio e Nicostrato. Secondo la leggenda erano quattro marmorari cristiani messi a morte sotto Diocleziano per essersi rifiutati di scolpire idoli pagani. Secondo un'altra versione, si trattava di quattro militari martirizzati. Il sito si presenta come un complesso monastico fortificato, di modesta apparenza, ma di massiccia consistenza muraria. E' costituito da una basilica e da una serie di altri spazi sacri e residenziali (cripta, cortili, convento, palazzo cardinalizio). Esso sorge sull'area di una antica domus romana che aveva una grande aula absidata e che fu trasformata in chiesa tra il IV e il V secolo.


 BREVE STORIA DEL COMPLESSO MONUMENTALE

 PREESISTENZE E PRIMO INSEDIAMENTO CRISTIANO 

Il complesso sorge su una propaggine del colle Celio che a sud-est si collega al Laterano e a nord-ovest domina la valle che lo separa dal colle Oppio. Era un'area intensamente edificata, per cui, sotto il complesso, si sono trovati strati di resti archeologici. Il complesso si sviluppò probabilmente a partire dalla aula di una domus, divenuta luogo di culto cristiano e successivamente sede di un titulus, cioè di una istituzione romana simile a una parrocchia.  

LA RICOSTRUZIONE DI LEONE IV (847- 855) 

Nel IX secolo si affermò a Roma la cosiddetta rinascenza carolingia e nell'anno 847 il cardinale prete dei Ss Quattro divenne papa con il nome di Leone IV. Dato il forte legame affettivo per il suo titolo, si dedicò alla ricostruzione del complesso che era ormai fatiscente.


L'INCENDIO NORMANNO DEL 1084 E GLI INTERVENTI PASQUALE II   (1099-1118)

Nel 1084 il principe normanno Roberto il Guiscardo accorse a Roma per proteggere il papa Gregorio VII dall'aggressione dell'imperatore Enrico IV, che era entrato con il suo esercito nella città. Seguirono saccheggi e incendi. Il complesso dei Ss. Quattro subì gravi danni, tra cui il crollo della navata centrale della basilica e di parte dell'abside. Parecchi anni dopo, Pasquale II  (1099-1118) tentò un restauro che si proponeva di mantenere invariate sia le dimensioni che le caratteristiche figurative della chiesa di Leone IV. I lavori, cominciati dall'abside, furono però interrotti, probabilmente per motivi economici. Inoltre, a causa degli incendi, la zona era rimasta spopolata, per cui era sufficiente uno spazio più piccolo, che è quello occupato dalla basilica attuale.

Tale spazio corrispondeva all'abside e alla metà ovest della precedente navata centrale, nella quale vennero realizzate tre navate più piccole.   La parte est della ex navata centrale fu trasformata nell'attuale secondo cortile. Quelle che erano state le navate laterali furono inglobate quella di sinistra nel monastero benedettino e quella  di destra nel palazzo del cardinale titolare.

IL MONASTERO BENEDETTINO (SECC. XII - XIV)

Nel 1116 Pasquale II affidò la chiesa da poco restaurata a una comunità di monaci che avevano il compito di garantire l'officio divino. Essi riutilizzarono probabilmente quella che era stata la navata sinistra della basilica leonina e ad essa addossarono un chiostro di pianta quadrata.

Questo insediamento monastico divenne uno dei priorati della potente abbazia benedettina di S. Croce di Sassovivo presso Foligno in Umbria. Fu anche utilizzata come residenza temporanea dagli abati che si recavano in visita dal papa. Nel XIII secolo, momento di massimo splendore furono realizzati il chiostro cosmatesco e l'edificio con le celle dei monaci. La decadenza della abbazia coinvolse anche il priorato.

IL PALAZZO CARDINALIZIO (secc. XII - XIV)

Nel corso del XIII secolo la residenza del clero titolare, situata sul lato destro del complesso, fu trasformata in un grande e lussuoso palazzo, dotato di torri e altre opere di fortificazione. La parte più consistente di esso fu costruita da Stefano Conti, cardinale di S. Maria in Trastevere, nipote di papa Innocenzo III. Questi fu nominato Vicarius Urbis nel 1245, dopo che Innocenzo IV si era rifugiato in Francia a causa della lotta con l'imperatore Federico II. Ma la residenza era stata probabilmente assegnata a Stefano già da Innocenzo III per mantenere nelle mani della sua famiglia una costruzione di grande importanza strategica. Successivamente il palazzo fu affidato dai papi ad altri potenti cardinali.
Nel momento della sua massima estensione, il palazzo aveva inglobato gran parte delle strutture leonine abbandonate. Si trattava di una confortevole residenza dotata di poderose opere di difesa. Oltre agli ambienti di rappresentanza e di abitazione privata, c'erano locali destinati a cucina, forno cantina. C'erano inoltre dormitori per il seguito dei cardinali e la loro servitù.   

In particolare, la Torre Maggiore, sul lato nord del palazzo, è alta 26 m e contiene gli ambienti di maggiore prestigio, come la cappella di S. Silvestro ed il salone gotico.

L'ABBANDONO (SECC. XV - XVI)

Il trasferimento della sede papale ad Avignone nel XIV secolo comportò una perdita di importanza del complesso che si aggiunse alla decadenza della abbazia di Sassovivo. Si aggiunsero gli effetti del terremoto che colpì Roma nel 1348. Quando Martino V (1417 - 1431) tornò a Roma, il cardinale Alfonso Carrillo spese notevoli somme di denaro per effettuare i necessari restauri. Ma, quando i papi abbandonarono la sede lateranense e si trasferirono stabilmente in Vaticano, diminuì enormemente l'importanza del complesso che non ricevette più la manutenzione necessaria.  

LA CAPPELLA DI SAN SILVESTRO

Gli affreschi delle "Storie di papa Silvestro" (314 - 335) raccontano gli eventi che portarono alla famosa "Donazione di Costantino".

Il racconto inizia nella controfacciata di sinistra. L'imperatore Costantino, ammalato di lebbra, può guarire, secondo i sacerdoti di Giove Capitolino, solo facendo il bagno nel sangue di fanciulli; però Costantino rassicura le madri che i loro figlioletti non saranno toccati. Gli episodi si succedono in senso orario.

Nel secondo episodio,  i SS. Pietro e Paolo appaiono in sogno all'imperatore Costantino e gli consigliano di chiamare papa Silvestro. Nel terzo episodio, tre messaggeri a cavallo si dirigono verso il monte Soratte, dove il papa si è rifugiato per sfuggire alle persecuzioni di cui è oggetto.

Il racconto continua sulla parete sinistra. I messaggeri raggiungono papa Silvestro sul monte Soratte. Successivamente, papa Silvestro, tornato a Roma, mostra a Costantino le vere immagini di Pietro e Paolo, per riconoscere i personaggi apparsigli in sogno.

Segue l'episodio del battesimo per immersione di Costantino, raffigurato spogliato delle sue sontuose vesti regali.

Il battesimo di Costantino è stato volutamente alterato nella narrazione storica, come conseguenza della lotta tra potere spirituale e potere temporale. Costantino era probabilmente filo-ariano e ricevette il battesimo da Eusebio. Ciò viene intenzionalmente cancellato. Il battesimo di Costantino viene invece codificato dalla Chiesa nella forma ortodossa, per immersione nella piscina con il vescovo.

Gli affreschi alludono al conflitto tra Papato e Impero. Furono dipinti nel periodo, in cui Federico II di Svevia minacciava di ristabilire la capitale dell'Impero a Roma. Gregorio IX lo definì Anticristo e "dracus magnus".

 

LA ZONA DEL MONASTERO BENEDETTINO

Dalla navata sinistra della basilica si entra nel chiostro. Il chiostro cosmatesco del XIII secolo occupa un'area di forma leggermente trapezoidale di 16x23 metri circa. E' costituito da quattro corridoi disposti intorno ad una zona scoperta coltivata a giardino. La parte centrale forma un rettangolo quasi perfetto, le cui pareti sono costituite da arcatelle che poggiano su 96 colonnine bianche; ci sono poi dei pilastri bianchi posti agli angoli ed al centro di ciascun lato. Nella zona nord vicino all'ingresso, il chiostro occupa parte della navata sinistra della basilica leonina.  


LA CHIESA

La chiesa è un'aula a tre navate che è sostanzialmente quella consacrata da Pasquale II nel 1116. Lo spazio attuale è il risultato della riduzione apportata; ciò spiega la larghezza eccessiva dell'abside che corrispondeva a tutte tre le navate originali. Sulla navata è dipinta la "Gloria di tutti i santi", opera di Giovanni da San Giovanni del 1623. 

  Nella zona più vicina all'ingresso si possono vedere tracce della decorazione medioevale ad affresco.

Splendido il pavimento di mosaico cosmatesco. Lungo l'asse centrale, si ammira una successione di rotae, grandi dischi di pietra, tipici di questo tipo di pavimenti.

 

L'AULA GOTICA

Nel 1996 la storica dell'arte Andreina Draghi ed i restauratori che stavano effettuando lavori nell'aula gotica, scoprirono uno strato colorato ad affresco sotto lo scialbo delle pareti. Emerse così un grandioso ciclo di affreschi che ricoprono il perimetro dell'aula e porzioni delle volte e sono dedicati al ciclo dei mesi e delle virtù. Si pensa che originariamente la superficie affrescata fosse di 800 mq e ricoprisse tutta la volta e  la parte inferiore delle pareti perimetrali.   Una scoperta così importante ha indotto ad esaminare sotto nuova luce la storia della pittura romana del Duecento.

Le maestranze attive nell'aula gotica sarebbero, secondo gli studiosi, le stesse che operarono nella cripta del Duomo di Anagni o, per lo meno, sarebbero riconducibili a quello stesso clima politico-culturale che mirava all'esaltazione del primato papale ed all'antagonismo nei confronti dell'imperatore Federico II.


LE IMMAGINI DEL COMPLESSO




La facciata principale si apre su un piccolo slargo di via dei Ss Quattro ed è rivolta verso S. Giovanni in Laterano 








Il lato est del primo cortile è dominato dalla torre di Leone IV 











Primo cortile - A destra e in fondo i porticati realizzati nel XVII secolo al posto dei bracci del quadriportico di Leone IV. A sinistra si trova il corpo di fabbrica duecentesco sopraelevato al tempo del cardinale Carrillo. 




Sopra i ponteggi si vedono i SS 4 Coronati



Secondo cortile. Il finto portale dipinto d'ingresso alla basilica



L'arco gotico di accesso al primo cortile


Lo stemma e l'epigrafe del cardinale spagnolo Alfonso Carrillo (1423 - 1434) situati sopra l'arco gotico di accesso al primo cortile




Secondo cortile.  La parete nord con le arcate realizzate da Pasquale II 




LA CAPPELLA DI S.SILVESTRO



Costantino, ammalato di lebbra, rassicura le madri che chiedono pietà per i figli



I SS. Pietro e Paolo appaiono in sogno all'imperatore Costantino



Gli inviati di Costantino si avvicinano al Soratte per cercare papa Silvestro


I messi di Costantino invitano papa Silvestro a Roma


Costantino viene battezzato per immersione da papa Silvesro


L'imperatore Costantino a piedi conduce a Roma papa Silvestro a cavallo 

 

 

LA CHIESA












 

IL CHIOSTRO








































CAPPELLA DI SANTA BARBARA








IL SALONE GOTICO


Maggio



Agosto
Dicembre



Il re Salomone
L'amor celeste



GLI ESTERNI









Vista complessiva delle strutture del palazzo cardinalizio
















La Torre Maggiore vista da via dei Ss. Quattro.  Si possono notare  in alto le porte e le finestre tamponate del salone gotico e le tracce della balconata esterna. 


Si notano in alto le porte e le finestre tamponate del salone gotico e le tracce della balconata esterna



La Torre Maggiore vista da via dei Ss Quattro





Questo complesso fortificato si impone subito come una misteriosa sopravvivenza delle fortificazioni frequenti nel medioevo anche per gli edifici di culto. Il cosiddetto incastellamento non riguardò infatti solo i borghi collinari, ma anche monasteri e loro annessi, nelle aree urbane. 














L'abside vista da via dei Querceti









Il complesso dei Ss Quattro visto da ovest in una foto del 1879 (da Munoz)


VISTE DEL LATERANO









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