sabato 12 novembre 2016

MONUMENTI E MERAVIGLIE DI NAPOLI

DESCRIZIONE


CERTOSA E MUSEO NAZIONALE DI SAN MARTINO



La Certosa venne fondata nel 1325 da Carlo Duca di Calabria, che ne affidò i lavori a Francesco De Vito e Tino di Camaino: ristrutturata e decorata nei secoli XVII e XVIII, costituisce, con il Tesoro di San Gennaro, la più spettacolare testimonianza della civiltà napoletana del '600. Nei suoi ambienti inoltre ha sede uno straordinario Museo creato da G.Fiorelli, poco dopo il 1866, individuando nella Certosa, al momento della soppressione degli Ordini, il complesso che doveva non solo rimanere intatto nel suo nucleo monumentale, ma anche quello che meglio poteva, per prestigio e posizione, documentare ogni aspetto della storia e della società napoletana. E museo della storia cittadina, dal 190 e per molti decenni, lo fu realmente; chiunque abbia visto il sapiente accostamento di opere e cimeli, o ne studi l'organizzazione sui cataloghi, sa che esso stesso era, , nei criteri espositivi, già un monumento.

Lo splendido interno, con cappelle, è l'ambiente che meglio mostra l'eccezionale livello raggiunto nel rinnovamento decorativo. Tra la fine del '500 e i primi vent'anni del '700, il cantiere di S. Martino è il luogo di elaborazione di gran parte delle novità nell'arte a Napoli e di modelli poi ripresi ovunque.  Personalità dominante negli anni 1623-56 è quella di Fanzago, architetto e scultore, , a cui si deve la "regia" complessiva della decorazione, rutilante di marmi. Egli contribuì in modo determinante alla scelta degli artisti che decorarono i diversi ambienti e perciò nel monastero sono conservati alcuni dei prodotti più importanti delle coeve arti napoletane.

A Fanzago si devono le transenne delle cappelle, i tipici festoni di frutta e fiori, quasi tutti i putti sui fornici  e i grandi "fiori" sui pilastri, il disegno del pavimento. Nella volta l'intuibile disegno delle crociere gotiche è mascherato dalla geniale composizione di Lanfranco che le riunifica nella raffigurazione della "Ascensione di Gesù".  Nella controfacciata Pietà di Stanzione, ai lati  Mosé ed Elia di Ribera, a cui si devono i Profeti sopra le arcate di ogni cappella.    Per le cappelle e gli altri ambienti monumentali è impossibile elencare le opere degli artisti che vi lavorarono, ma il complesso è straordinariamente organico e si mantiene sempre a un livello altissimo. Vi sono attivi tutti i grandi artisti napoletani del '600 e del '700, fino a culminare nel Trionfo di Giuditta di Luca Giordano che gareggia con la Deposizione di Ribera sull'Altare Maggiore.

Dalla chiesa si esce di nuovo nel cortile su cui incombe la parete di tufo di Castel S. Elmo. Il chiostro grande, costruito da Dosio sul preesistente angioino, posto a centro dell'enorme piattaforma artificiale eretta nel '30 (sotterranei gotici) per collocare alla stessa quota il complesso conventuale, fu reinventato da Falzago con le mezze lesene sulle colonne, i portali agli angoli dell'ambulacro con i busti dei santi certosini, le statue sul loggiato e la balaustra del cimiterino dei monaci. Al centro, il "falso" pozzo, punto di luce per la immensa cisterna sottostante. Dal chiostro dei Procuratori attraverso un androne si accede ai giardini - raro insieme di pergolati, giardini e uliveti conservati al centro della città - e alle sale del Museo.  Di assoluto rilievo è la sezione di ricordi storici del Regno di Napoli. A questa è vicina la imponente sezione presepiale che custodisce interi presepi, tra cui il grande presepe Cuciniello e le statue lignee del presepe di S. Giovanni a Carbonara degli Alamanno.  

 

DUOMO



La cattedrale, dedicata all'Assunta, sorge nel luogo dove era la sede episcopale di Sant'Aspreno, primo vescovo napoletano, e dove furono erette, a partire dal IV secolo, le cattedrali gemelle di S.Restituta e della Stefania con i battisteri e gli oratori annessi. Molte di queste fabbriche vennero demolite o furono inglobate durante la costruzione della cattedrale angioina, i cui lavori iniziarono già probabilmente con Carlo I, malgrado le fonti attribuiscano a Carlo II la costruzione della grande chiesa gotica, compiuta durante gli anni di regno di Roberto.  Danneggiata da terremoti (1349, con la rovina della facciata e del campanile, 1456, 1688, 1732, ...)  è stata più volte restaurata e rinnovata nell'apparato decorativo.  La facciata fu rifatta in forme neogotiche (1876) su progetto di E. Alvino; antichi sono i portali di A.Baboccio (1407); in quello centrale rimangono anche i leoni stilofori  del '300 e la Madonna col Bambino  di Tino da Camaino (nella lunetta). L'interno è a croce latina, con tre navate con cappelle; ai 16 pilastri che reggono le arcate a sesto acuto sono addossate 110 antiche colonne di granito  Di Giordano e della sua bottega sono i Santi tra i finestroni  e i sottostanti tondi con i Patroni di Napoli. Su ogni pilastro vi sono edicole con i busti dei primi vescovi. Sulla controfacciata il monumento a Carlo I, Carlo Martello e Clemenza d'Asburgo di D. Fontana.

Santa Restituta è una basilica del IV secolo, di fondazione costantiniana, a cinque navate su colonne, trasformata in età angioina con la creazione di cappelle nelle navate estreme e la demolizione delle campate prossime alla facciata. Le basi delle colonne antiche, con bei capitelli di spoglio, sono nascoste dal pavimento, sopraelevato nel '300. Nell'abside affresco con la Deesis, in parte ridipinto; l'aspetto barocco dell'interno risale al restauro di A. Guglielminelli dopo il terremoto del 1688, qui come altrove, in città e nella regione, stucchi e apparati scenografici servirono anche a mascherare gli interventi strutturali sulle antiche mura.  Nella navata a sinistra è la cappella di S. Maria del Principio, ornata da un mosaico con la Madonna e i Ss. Gennaro e Restituta firmato da Lello di Orvieto (1322). Sulle pareti laterali vi sono due lastre scolpite con Storie di Giuseppe (a sinistra) e Storie di Sansone, S. Gennaro e altri santi di uno scultore tardo-romanico campano. Tra le innumerevoli opere d'arte conservate si ricordano presso l'ingresso un altare di D.A. Vaccaro e il cenotafio di A.S. Mazzocchi con busto di G. Sanmmartino. Dalla navata si entra nel battistero (San Giovanni in fonte), eretto tra la fine del IV secolo e l'inizio del V, a pianta quadrata, con splendidi mosaici coevi (Croce monogrammatica e Storie evangeliche nella cupola, Santi nel tamburo ottagonale, Simboli degli Evangelisti nei pennacchi, inframmezzati da fasce con fiori, frutta e uccelli).

Di fronte a S. Restituta, è il monumentale ingresso, quasi la facciata di una chiesa, alla cappella del Tesoro di San Gennaro, che è entità distinta dalla Cattedrale (non dipende dalla Curia, ma dalla Deputazione del Tesoro, organismo civico presieduto dal sindaco della città). Fu eretta (1608-37) a compimento del voto espresso dalla città intera durante la peste del 1527, senza badare a spese e con il coinvolgimento degli artisti più importanti, tanto da divenire, con la Certosa, il principale monumento dell'età barocca a Napoli.    Due edicole con i Ss. Pietro e Paolo di G. Finelli affiancano il grande cancello di ottone di Fanzago e G. Monte (1628-65).

La cappella, a croce greca con cupola, costruita su progetto di F. Grimaldi, risplende di marmi, argenti e dipinti. Nella cupola è il Paradiso di Lanfranco (1641.43). Tutti gli altri affreschi nelle volte, nelle lunette e nei pennacchi sono di Domenichino (1631.38), a cui si devono sugli altari anche i dipinti su rame, racchiusi in splendide cornici, con scene della vita e miracoli del Santo. E' di Ribera il Miracolo del Santo che esce illeso dalla fornace. E' impossibile segnalare ogni singolo elemento del sontuoso apparato decorativo.






CASTEL DELL'OVO

Sorge sull'isolotto di "Megaris", su cui si era estesa una parte della villa di Lucullo. Nel VII secolo l'isola prese il nome del Salvatore per la presenza di un cenobio basiliano; risulta già munita di fortificazioni in epoca prenormanna. E' il castello più antico, opera di continui ampliamenti voluti dai Normanni e da Federico II; con lui e poi con gli Angioini fu sede del Tesoro reale, mantenendo anche la funzione di residenza reale. Il nome di Castel dell'Ovo cominciò a entrare nell'uso nel corso del '300, forse per la pianta a ellissi allungata; parallelamente si sviluppa una delle tante leggende legate alla fama di Virgilio come mago, per cui le sorti del castello sarebbero state unite a quelle di un uovo, in esso custodito.

Le caratteristiche medievali della complessa cittadella fortificata, che le fonti mostrano fitta di torri e aperta sul mare con un grande arco che congiungeva le due parti dell'isolotto, scomparvero nel '500. Il castello, gravemente danneggiato nell'assedio del 1503, venne infatti adattato alle moderne tecniche di difesa e ulteriori trasformazioni subì nel '600 (per opera di F. di Gruenemberg) e nel '700, fino ai radicali lavori di ristrutturazione, conseguenti alla cessazione del suo uso militare (1975). E' fiancheggiato e attraversato in tutta la sua lunghezza da una strada in continua salita. Vi si segnalano, oltre a viste impressionanti e spettacolari sulle cortine murarie, sul mare e sulla città, alcune strutture che mostrano la densa stratificazione monumentale: la cosiddetta Sala delle Colonne, divisa in quattro navate da archi poggianti su rocchi di colonne provenienti forse dalla villa di Lucullo: gli insediamenti basiliani; la chiesa del Salvatore; le torri Maestra e di Normandia; i loggiati di età gotica e aragonese.       




MARECHIARO

Il celebre poeta napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c'era sempre un garofano fresco, ebbe la ispirazione di scrivere Marechiaro, una delle più celebri canzoni napoletane. 

Il borgo è  diventato famoso negli anni 1960 per le frequentazioni hollywoodiane. Da qui si può ammirare la vista panoramica della intera città di Napoli, del Vesuvio e della penisola sorrentina.



IMMAGINI



IL DUOMO









INTERNO

























SANTA RESTITUTA 

LA CAPPELLA DEL TESORO DI SAN GENNARO

 

Giuseppe de Ribera (detto Lo Spagnoletto) - San Gennaro esce illeso dalla fornace

 

LA CERTOSA DI SAN MARTINO









La Certosa di San Martino e Forte Sant'Elmo visti dall'alto


























La Deposizione di Ribera





PRESEPI

 

 

 

IL CHIOSTRO








VISTE DI CASTEL SANT'ELMO DALLA CERTOSA DI SAN MARTINO


VISTE DI NAPOLI


CASTEL DELL'OVO














 

 



IL VESUVIO







MARECHIARO



Vista dal mare



Di Alexandre Albore - Opera propria, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42043238





A Fenestella





























RISTORANTE A' FENESTELLA


















LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL FARO








POSILLIPO



Parco della rimembranza (o virgiliano)



CHIOSTRO MUSEO DI SANTA CHIARA









REGGIA DI CAPODIMONTE



VEDUTE PANORAMICHE









Vedere anche:



BEAUTIFUL CHAOTIC NAPLES
http://johncristiani.blogspot.it/2014/05/beautiful-chaotic-naples.html

NAPLES SEEN FROM CASTEL SANT'ELMO
http://johncristiani.blogspot.it/2014/04/naples-seen-from-castel-santelmo.html