mercoledì 20 settembre 2017

FONTANE DI ROMA


. Roma è piena di fontane famose: Fontana di Trevi, la Barcaccia di piazza di Spagna, la fontana di piazza del Popolo, la Rotonda di fronte al Pantheon, la fontana di piazza Barberini. 


Sparse per Roma, più o meno nascoste, più o meno conosciute, vi sono altre originali fontane: come la Fontana dell'Organo, costruita tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento nei giardini del Quirinale: un autentico capolavoro, soprattutto per gli effetti musicali che produceva. Restaurato nei secoli seguenti, nell'Ottocento l'organo a canne della fontana - messo in moto dalla forza dell'acqua - suonava due trascinanti motivi verdiani dall'Ernani e dal Macbeth.  


Imponente monumento è, sul Gianicolo, la Fontana Paola, eretta nel Settecento per papa Paolo V, a forma di arco trionfale a tre fornici:  tra colonne di granito, da tre grandi arcate l'acqua scoscia a torrenti.  Decisamente moderna è invece la Fontana delle Naiadi di piazza dell'Esedra (oggi piazza della Repubblica), il cui gruppo bronzeo centrale, opera del 1901 di Mario Rutelli, all'epoca fece scalpore per la nudità delle sue ninfe.  L'acqua che sgorgava a Roma proveniva da grandi acquedotti di epoca romana. Notevoli resti sono ancora visibili, come quelli dell'Acquedotto Neroniano, in via Statilia, che portava l'acqua alle residenze imperiali del Palatino.L'acquedotto dei Quintili sull'Appia Nuova portava l'acqua dal Bullicante, una sorgente sulfurea presso Ciampino, alla villa dei  Quintili.



FONTANA DI TREVI


La Fontana di Trevi è la più famosa al mondo e fu costruita nella prima metà del Settecento da Nicola Salvi che inventò questa straordinaria fantasia barocca di rocce selvagge, alberi come battuti dal tempo, cavalli trascinati dai Tritoni, ippocampi e conchiglie, con al centro Nettuno. La frastagliata base a scogliera, in travertino, che regge il grande gruppo marmoreo del dio Oceano e dei tritoni, riprende l'idea sviluppata da Gianlorenzo Bernini nella Fontana dei Quattro Fiumi, in piazza Navona. Divenuta famosa nel mondo, grazie anche a film come "La dolce vita" di Fellini, la fontana è da sempre meta di turisti di ogni paese. Alle sue spalle sorge il palazzo dei Duchi di Poli, costruito nel 1729. 


PIAZZA NAVONA - FONTANA DEI QUATTRO FIUMI



Bernini trovò il modo di fare trovare nel palazzo di Donna Olympia, in un giorno di visita del papa, il modello del suo progetto per la fontana. Questo modello era in argento massiccio, per cui i maligni insinuano che la scelta fu determinata dalla avidità della signora, mentre i benevoli narrano che il papa fu subito affascinato dal progett, per cui l'incarico andò a Bernini. Alla fine dei lavori, nel giugno 1651, il papa si meravigliò di nuovo e si compiacque di tanta bellezza, rammaricandosi soltanto di non vedere zampillare l'acqua. Il Bernini si scusò, dicendo che bisognava aspettare, perché le condutture dovevano essere completate, ma, quando il pontefice stava per andarsene, mise in funzione a sorpresa le bocce e Innocenzo X commentò: "Bernini, col darci questa improvvisa allegrezza, ci avete accresciuto dieci anni di vita".    E' di fattura berniniana anche la statua del Moro, al centro dell'altra fontana, a sud della piazza, mentre la terza fontana a nord è stata eseguita nel tardo Ottocento. Per il Moro, l'architetto-scultore si ispirò al torso del cosiddetto Pasquino, che è il resto di un busto antico, raffigurante Menelao, con il cadavere di Patroclo tra le braccia.


Al centro domina la fontana dei Fiumi, eretta nel 1651 da Gian Lorenzo Bernini, che si conquistò così il favore di Innocenzo X, dapprima a lui ostile. E' sormontata da un obelisco, imitazione romana del tempo di Domiziano, proveniente dal circo di Massenzio. 

Se facciamo un giro in senso antiorario vediamo i fiumi:

  • Il Rio de la Plata, opera di Francesco Baratta: è rappresentato come un selvaggio terrorizzato, che alza la mano per proteggersi dalla imminente caduta della facciata della Chiesa di Sant'Agnese. Secondo la leggenda, Bernini aveva scarsa fiducia nel lavoro del collega Borromini.

  • Il Nilo di Giacomo Antonio Fancelli. Con il volto coperto da un velo a simboleggiare il mistero delle sorgenti del fiume africano, in quel tempo ignote

  • Il Gange di Claudio Adam, lorenese. E' la figura più tranquilla: segno, forse, della serenità orientale.

  • Il Danubio, una delle non numerose sculture del lombardo-ticinese Antonio Raggi, noto stuccatore.

Nel monumento ci sono altri "personaggi":

  • Il Cavallo è il simbolo del Danubio.  E' una bellissima figura, con la criniera al vento e le zampe attaccate al suolo.

  • Il serpente di terra sta in agguato sopra il cavallo e resta seminascosto

  • Il Serpente di mare sta accanto al Nilo. E' un mostro che, a volte, viene scambiato per un coccodrillo

  • Il Leone si affaccia dalla scogliera e si abbevera

  • Il Delfino, in realtà, è un mostro tra i flutti che si contorce ai piedi di una cascata. Ha la bocca spalancata ed è l'unico scarico che ingoia l'acqua di tutta la fontana. Dalla seconda metà del Seicento fino al 1867, chiudendo quella bocca, si otteneva l'allagamento della piazza: lo spettacolo acquatico si ripeteva nei sabati e nelle domeniche di agosto'


FONTANONE DEL GIANICOLO




La realizzazione del Fontanone dell’Acqua Paola (Fontanone del Gianicolo) risale al periodo tra il 1610 e il 1614 e si deve agli architetti Giovanni Fontana (1540-1614), Flaviano Ponzio (1560-1613) e allo scultore Ippolito Buzio (1562-1634). Fu voluto da  papa Paolo V Borghese (1605-1621), i cui emblemi (drago e aquila) ricorrono in più punti sul monumento.  Costituisce la mostra terminale dell’Acquedotto Traiano-Paolo. La fontana è costituita da cinque grandi arcate fiancheggiate da colonne e un ampio attico con l’iscrizione dedicatoria. Per la parte decorativa furono utilizzati marmi di spoglio bianchi e policromi, provenienti dal Foro Romano e dal Tempio di Minerva al Foro di Nerva. Le colonne, in granito rosso e grigio, appartenevano invece all’antica basilica costantiniana di San Pietro.

Alla fine del ‘600 l’architetto Carlo Fontana (1638-1714) ne modificò il prospetto, conferendo alla fontana la sua forma attuale: un monumentale bacino marmoreo fu aggiunto in sostituzione delle cinque vasche di raccolta originarie.


FONTANE DI PIAZZA SAN PIETRO




La fontana di destra fu realizzata nel 1490 durante il pontificato di Innocenzo VIII. Era composta  da due catini, posti uno sopra l'altro. Fu restaurata nel 1501 sotto Papa Alessandro VI Borgia e vi furono aggiunti ornamenti tratti dall'araldica di casa Borgia. Autore del rifacimento fu l'architetto Alberto da Piacenza, con il contributo del Bramante.

Nel 1614 Papa Paolo V, dopo la costruzione dell'acquedotto che da lui prende nome, decise la costruzione di fontane nel rione Borgo e il rifacimento della vecchia fontana di San Pietro. L'opera fu affidata al Maderno che dette alla fontana la forma che ha oggi. Quando la piazza assunse l'aspetto attuale con il colonnato, il Bernini fece spostare la fontana sul lato destro dell'obelisco, e sull'altro lato realizzò una fontana identica. I lavori si conclusero nel 1677.


IMMAGINI



FONTANA DI TREVI



















































Palazzo dei Duchi di Poli


PIAZZA DI SPAGNA - LA BARCACCIA


















Sono tornate le anatre! Merito del coronavirus!



PIAZZA NAVONA - FONTANA DEI QUATTRO FIUMI







































Il Nilo








Fontana del moro



GIANICOLO  -  FONTANONE DELL'ACQUA PAOLA

















PIAZZA BARBERINI - FONTANA DEL TRITONE





















PIAZZA REPUBBLICA  - FONTANA DELLE NAIADI 



























FONTANA DI PIAZZA DELLA ROTONDA











LA FONTANA DELLE TARTARUGHE



Opera di Giacomo Della Porta e Taddeo Landini (1581 - 1588)





FONTANA DI VILLA MEDICI








FONTANE DI PIAZZA SAN PIETRO








FONTANA DI CASERTA NEI GIARDINI DEL QUIRINALE









Ottorino Respighi ha dato voce alle fontane di Roma
https://www.youtube.com/watch?v=XAVZ2d-7laY

Alla fontana di Trevi sono dedicate molte canzoni: 
http://wikitesti.com/fontana_di_trevi/
https://www.youtube.com/watch?v=_R82eD1gUfY


Vedere anche:





lunedì 4 settembre 2017

ROMA - THE PALATINE HILL AND THE PALACE OF THE EMPERORS



THE PALATINE HILL



The Palatine Hill (latin Palatium)  rises 32 meters above the present city and measures over 2,25 km in circonference, a vast archeological maze, much of it still unexcavated, in which even the more visible fragments do not Always make sense. The first thing to take on board  is that the brick-faced concrete  ribs and tall vaulted chambers  exposed around the edges of the hill (especially impressiveat the North corner overlooking the Forum and on the South-west side towards the Circus Maximus)  are not buildins as such, but substructures. Their primary function was to support extensions to the hilltop palaces, though many included lower terraces which accomodated  all manner of lesser houses , apartments, baths, warehouses, workshops, and stores.  Another thing is that the summit itself developed upwards as well as outwards. For all the trees and green grass, the present profile is entirely man-made, one set of buildings replacing another in a great pile, ending up in places 15 m above the natural rock.  And because of stone-robbing and recent excavations, two or three phases  in this build-up may be seen at once.


In the Roman tradition the Palatine was where Rome began, the original city founded by Romulus in 753 B.C. on the site of a pre-existing settlemen, asnd indeed, excavations at the top SW  corner, matched by the new finds at the foot of the NE slope, have encontered a continuous sequence from the ninth century B.C. onwards. Although small packets of the older levels have been explored elsewhere,  all suggests increasingly dense occupation down to the late first century B.C. During the last century of the Republic (from the 160 B.C.) many of those who reached the consulship, the leaders among the political elite,  competed to build houses there, especially on the side towards the Forum and arund the summit (which geologists now locate squarely in the middle, under the core of the imperial palace). Big names included Tiberius Sempronius Gracchus, consul in 177 B.C., and his two sons the reformers Tiberius and Gaius, their ally Marcus Fulvius Flaccus, consul in 125; the orator Lucius Licinius Crassus, consul of 95, idol of the famous Marcus Tullius Cicero, consul in 63, who also moved to the hill, uncorfortably close to his enemy P. Clodius Pulcher. Other residents were Tiberius Claudius Nero (father of the emperor Tiberius),  M. Livius Drusus (grandfather of the empress Livia), and the triunvir Mark Anthony. avenger of Caesar  and colleague of Octavian  (future emperor Augustus), whose sister he married in 39 B.C. About that time Octavian himself set about joining the Palatine enclava, abandoning his house beside the Roman Forum "above the stir of the Ringmakers" (unlocated) which had been belonged to the orator M. Licinius Calvus for the Palatine house of a still more famous orator, Quintus Hortensius Hortalus (consul of 69, who had died in 49 B.C.; to this he then added some other neighbouring properties, purchased by his agents in 36 B.C.     


The principal phases in the Imperial takeover  in so far as they are manifest on the ground , are keyed on the general site plan.  The great Platform which bears the Farnese Gardens can be identified with the Domus Tiberiana. It took shape in several stages , starting with Tiberius at the SW end, extended by his successor Gaius Caligula towards the  North (a house briefly known as Domus Gai until his memory was officially erased by the Senate) and then by Nero  (similarly Condemned), who completely rebuilt it after the fire of 64 A.C., raising it to its present level (on a par with the Capitoline Hill across the valley. The fire wrecked all the earlier palace complex, too, including a new wing that Nero had  just built in the area east of the Temple of Apollo. . Nero's rebuildingin 6469  (together with his larger Domus Aurea) could also have included some of the eastern hilltop, but any such works were immediately obliterated by the Flavian emperor Vespasianus  (70-79) and by his son Domitian  (81-96). 


The core of Domitian's palace (4) consisted of two suites of immensely tall reception/dining halls flanked further to the east by the Hippodrome garden (5) and a set of baths (6) at the South corner. The Platform extending to the Nord-East (7a - 7b) bore further gardens within a particular enclosure, apparently not incorporating a temple in the middle (the surviving podium dates from the 190s at the earliest).

Trajan and Hadrian in the early second century made substantial changes  to both ends of  Platform (3) and some to Platform (7), carried out repairs and some internal improvements to the rest of the Domitian Palace (Hadrian installed heating under the floor  of its great dining room) and developed the core of a further terrace beyond the baths (6). The second century also saw the systematic terracing and redevelopment of the outer fringesof the hill on the South-east (Circus Maximus and  Caelian) side, which were crowded with shops, commercial buildings (horrea) and apartment blocks (insulae) in symbiosis with the palace on top.


IMMAGINI



TEMPIO DI ROMOLO






















L'ARCO DI TITO


















Viene raffigurato il corteo trionfale di Tito







LA VIA SACRA


VIGNA BARBERINI




















Il COLOSSEO VISTO DA VIGNA BARBERINI














VISTA DA SOTTO FARNESE GARDENS










FARNESE GARDENS










AREA FARNESIANA







THE ROMAN FORUM SEEN FROM FARNESE GARDENS
















MAPPE
















Di Cassius Ahenobarbus - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26405281




Mappa della domus Augustana
E : entrata principale. L : Lararium. A : Aula Regia. B : Basilica. Po : portico. P1 : peristilio. C : Cenatio. P2 : secondo peristilio. P3 : terzo peristilio. Co : cortile. Ex : grande esedra. S : Stadium. Tr : Tribuna dello Stadium





Di Cassius Ahenobarbus - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26386798









Domus Flavia and Augustana












DOMUS TIBERIANA





DOMUS FLAVIA c.d. LARARIO






LO STADIO PALATINO















The Palatine Stadium (160 x 48 m) is an important Sector of the Flavian Palace. Hippodromus is the word, with which it was described by late authors. Hippodromes originally were areas, where horses were  exercised: elongated rectangular spaces with paths and flower-beds. It had a ronded South and was surrounded by a portico, supported by Marble-clad engaged columns.



DOMUS AUGUSTANA

Adjacent and connected with the the large public areas of the so-called  Domus Flavia  was the private Sector of the Domitian's Palace, traditionally known as the Domus Augustana. It was arranged on two levels: one at the same level as the Domus Flavia and a basement storey with different architectural and functional characteristics. On the upper floor, the entrance sector, a vast and uncovered area, is poorly preserved: it led into a porticoed courtyard (peristyle) with a pool at the center and a series of residential apartments at the sides. About ten metres below  was the lower storey  of the palace, intimate and secluded, with a courtyard with an original fountain and luxuriously decorated rooms, as well as some small rooms, where the emperor lived his private life.  The sequence of spaces in his "private" Sector ended in a monumental curved facade overlooking the Circus Maximus.





AMBIENTI DELLA DOMUS AUGUSTANA AFFACCIATI SUL CIRCO MASSIMO











LA DOMUS AUGUSTANA




Second peristyle garden looking south













DOMUS FLAVIA

DOMUS FLAVIA c.d. AULA REGIA


The largest room (so-called Audience Chamber) was probably reserved for audiences with the emperor. It was of exceptional size (1280 sq.m) an had a complex architectural decoration, of which many features survive.  Eight niches for colossal statues opened in the walls. Two were recovered intact in 1724: a Hercules and a Bacchus, in green basalt, whilst only the head of a Jupiter was found. The statues were inside bays and framade by a colonnade several storeys high, with finely carved bases and capitals and a frieze with miltary motifs.

















DOMUS FLAVIA c.d. BASILICA


The so-called Basilica takes itn name from the architecture of its interior , typical of basilicas: it was divided into three halls by coloured Marble columns with an apse at the end closed by a balustrade. Traces of the Marble veneer survive on the walls 0and part of the floor made of large slabs of coloured marble was preserved until the 19th century. A modern staircase leads to a room beneath, covered by the palace, known as the "Hall of Isis" and decorated with frescoes of the Augustan period on Egyptianizing subjects (on display in the Loggia Mattei). This room may have been used for settling legal disputes , presided over by the emperor. 























DOMUS FLAVIA C.D: PERISTILIUM 























Triclinium





 Partie nord de la Domus Flavia. Au premier plan, le péristyle central avec le bassin octogonal. Au fond, les vestiges des murs appartiennent à l'Aula Regia et aux salles latérales.


Marcus Cassius Ahenobarbus Sur Wikipédia : Cassius Ahenobarbus, discuter



CENATIO IOVIS





NINFEO


CAPANNE DI ROMOLO



Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1652895







CASA DI LIVIA











CRIPTOPORTICO NERONIANO




DOMUS TRANSITORIA









OVERVIEW






SANTA MARIA ANTIQUA





By Bocachete - File:R-40mar-ForExt.JPG (cropped), CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26611237



PATHS IN THE GREEN ON THE SLOPES OF THE PALATINE. MYTHS, HISTORY AND NATURE 


A journey in space and time. This is the spirit with which the modern visitor can take the path that winds along the southern and western slopes of the Palatine (Palatium). Starting from the massive Severan arcades to the east (3rd century AD), the last extension of the suomptuous imperial palace , walking under the front of the palace (1st-2nd century AD) and above the Circus Maximus, in short tracing history backwards (from the first to the eighth century  of the hill BC), we reach the southeast slopes (Cermalus), where Romulus founded the eternal city and where August, Rome’s first emperor, lived and spent the most splendid years of his life.

And from here again , continuing along the western side of the hill, we retrace time with the sanctuary of Cybele and Victoria (Palatine acropolis), from the domus Tiberiana looming above the Farnese gardens, as far as the medieval church of San Teodoro.



Finally, passing into the horrea Agrippiana (“warehouses”), our path brings us into the Roman Forum, behind the basilica Julia (from which you can also take the tour in the reverse direction. The path is not only of archeological interest , but also a fascinating itinerary through one of the most striking and unusual places in Rome, close to the city, but far from the noise of the urban traffic.




A path immersed at times in complete silence, in an almost dreamlike atmosphere, where clusters of flowers and grasses, dense shrubs and stands of trees, a lush, spontaneous vegetation, form a setting rich i sights and scents that enhance the powerful remains of an archaeological site that is unique worldwide.  





















The imposing archs (sustructures) on the southeast slopes of the Palatine, laid out on several planes and levels, were built by the emperor Septimius Severus (193-211 AD) to enlarge the surface area of the building on the hill, already occupied on this slope by the great palace built by the Flavian emperors in the Ist century AD.

Further down, at the corner of the Palatine Hill, the Septizodium was built at the same time.   This was a monumental, three-story, scenic backdrop of niches and columns design to impress those arriving in Rome from the via Appia. Destroyed in the 16th century at the behest of Sixtus V, the building is documented by the Severan marble plan and some Renaissance drawings.



CIRCO MASSIMO (RECONSTRUCTION)



Realizzato, secondo la tradizione, nel VI secolo a.C. fu oggetto di continui restauri e ampliamenti, fino a raggiungere una capienza tra i 150.000 e i 300.000 di spettatori. Era utilizzato soprattutto per le corse di cavalli che vi si svolgevano almeno una volta alla settimana. Con l'avvento del Cristianesimo però, questi spettacoli finirono con l'essere fortemente criticati.


VISTE DAL CIRCO MASSIMO










L'AVENTINO








DOCUMENTARI:


PROCESSO A NERONE
https://www.youtube.com/watch?v=6NAJGwvou-c









L'arco di Tito visto dalla via Sacra



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