sabato 21 ottobre 2017

ROMA - CHIESE DELL'AVENTINO E DEL RIONE RIPA

SANTA MARIA DEL PRIORATO


La chiesa è opera unica di Giambattista Piranesi. Ha una navata centrale con cappelle laterali è caratterizzata da una facciata quasi a picco su via Marmorata, a causa dello stretto sagrato. Da un punto di vista figurativo, la trabeazione ed il timpano sono sostenuti da due coppie di lesene. Ognuna di esse reca un anello in bassorilievo con una spada corta (gladio) e termina con un capitello costituito da una coppia di sfingi alate contrapposte, tra le quali è inserita una torre. Tra le lesene ed il portale vediamo un disco solare con una doppia pigna ed un cartiglio con l'iscrizioe FERT (Fortitudo ejus Rhodum tenuit). Nella splendida controfacciata campeggia la finestra centrale che fa da contrappunto all'oculo



L'altare è opera di Tommaso Righi, allievo del Piranesi. E' composto da tre strati. Su quello superiore si eleva la statua di San Basilio in gloria.


Il giardino ha forma di labirinto che simboleggia il cammino iniziatico interiore. Le quinte alberate del viale di fronte all'ingresso, sapientemente sagomate, formano una galleria che converge verso la cupola di San Pietro, visibile in lontananza.


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Giambattista Piranesi una volta sola, in tutta la sua vita, fu chiamato a dirigere un cantiere. Nel novembre 1764, il gran priore Giovan Battista Rezzonico, cardinale veneziano e nipote di Clemente XIII, gli affidò l'incarico di sistemare sul colle Aventino l'intera zona di proprietà del Sovrano Ordine di Malta: la villa conventuale, i giardini e la chiesa di Santa Maria del Priorato. Questa, all'epoca, era una modesta costruzione rinascimentale, come appare, tra le vigne, in un dipinto del 1736 di Gaspar van Wittel. Le sue origini risalivano però, come Santa Maria Aventina, al X secolo, e coincidevano con la nascita di una abbazia benedettina dedicata a san Basilio di Cappadocia. Nel XII secolo, il monastero passò ai Templari e, all'inizio del Trecento, ai Cavalieri di Rodi, poi di Malta.



Affiancato dal capomastro Pelosini, Piranesi rafforzò i terrapieni dei giardini e risistemò la villa, costruita nel Cinquecento e sopraelevata nel Seicento. Poi consolidò le fondazioni della chiesa, rialzò i muri laterali e ristabilì la volta. Egli trasformò la chiesetta cinquecentesca in un edificio che rappresenta un capolavoro e una svolta straordinaria nella storia e nel gusto della architettura religiosa. All'esterno, Piranesi mascherò la misera facciata incrostata di marmo e travertino sotto un originalissimo rivestimento bianco, geometricamente lineare, nella tecnica a "stiacciato" degli antichi rilievi imperiali e delle colonne romane. L'interno, a una sola navata, fu interamente rivestito di candidi stucchi, una miscela ben dosata di calce e polvere di marmo, disegnati da Piranesi ed eseguiti dal romano Tommaso Righi che, alcuni anni dopo, fu chiamato in Polonia a lavorare per re Stanislao Augusto. Il risultato è una totale e fantasiosa trasfigurazione, in senso evocativo e celebrativo, della costruzione preesistente.  

Le pareti non sono più una semplice architettura, ma una collezione di ornamenti, una meditazione sull'antico, nella quale Piranesi dispiegò tutta la sua curiosità di erudito e di collezionista antiquario. Non contento del repertorio greco-romano, egli interrogava l'Egiziano e l'Etrusco. Non soltanto per il piacere di fantasticare. Nei rilievi indecifrabili e misteriosi, l'artista decolora e scompone il mondo classico, esalta il frammentario e il discontinuo, lacera e sfrangia il tempio, rende incompiuta la memoria.

Fra il barocco morente ed il neoclassico nascente, percorre Santa Maria del Priorato un brivido cheè già preromantico, il rimpianto di un mondo perduto. L'artista non lo aveva chiesto, ma ottenne il privilegio di essere sepolto nella chiesa. Morì il 9 novembre 1778, a cinquantotto anni, dopo avere rifiutato le cure dei medici. Costretto a letto, si faceva portare i rami delle incisioni, perché considerava il riposo indegno di un figlio di Roma.  


PONTIFICIO ATENEO DI SANT'ANSELMO




Nel 1890 l’Ordine dei Benedettini decise di realizzare sull’Aventino una chiesa con annesso collegio internazionale dedicato a Sant’Anselmo, teologo e dottore della chiesa. Chiesa e collegio sono sorti su un terreno acquistato dai Cavalieri di Malta, alla sommità di un bastione fortificato creato per la difesa delle istituzioni religiose dell’Aventino nel XVI secolo. I lavori iniziarono nel 1893 ad opera degli architetti Ildebrando di Hemptinne e Francesco Vespignani. La chiesa fu consacrata nel 1900. L’entrata è preceduta da un quadriportico. L’interno è a tre navate separate da due file di colonne ioniche di granito. La cripta, oggi destinata a biblioteca, presenta cinque navate e venti colonne di marmo rosso e occupa tutta l’area sottostante della chiesa.



BASILICA DEI SS. BONIFACIO E ALESSIO ALL'AVENTINO





La facciata della chiesa è preceduta da un portico, su cui si eleva un piano attico coronato da una balaustra. Un bel campanile romanico svetta al di sopra della chiesa. Si accede all’interno della chiesa da un portale cosmatesco. L’interno, ampio e solenne, è diviso in tre navate. Addossata alla facciata interna si può ammirare, custodita entro una grande teca di vetro sostenuta da angeli e putti, la scala di legno sotto cui sarebbe vissuto Sant'Alessio. Alla chiesa è associato un Chiostro, decorato da colonne di granito provenienti da antichi edifici.

Fu edificata prima del X secolo e dedicata in un primo momento a San Bonifacio, poi, da papa Onorio III anche a Sant'Alessio (1217).





SANTA SABINA


La basilica paleocristiana di S.Sabina fu fondata da Pietro d'Illiria nel 425 d.C. durante il pontificato di Celestino I e terminata nel 432 sotto papa Sisto III. Sorse sul luogo precedentemente occupato dal "titulus Sabinae", utilizzando le 24 colonne bianche di marmo ancirano appartenenti al "Tempio di Giunone Regina" che sorgeva nelle vicinanze. Fu restaurata da papa Leone III e poi da papa Eugenio II, che la abbellì con la "schola cantorum", ovvero il recinto ricavato nella navata centrale per accogliere i coristi durante le funzioni religiose.


Armonia e luminosità caratterizzano l'interno dell'edificio esaltandone i suoi elementi costruttivi ed ornamentali. L'edificio, a pianta longitudinale e privo di transetto, è a tre navate divise da due file di dodici colonne di marmo scanalate con capitelli corinzi. Le colonne, data la loro assoluta identità e dati alcuni particolari di costruzione tipici del V secolo, sono state senza dubbio realizzate appositamente per la Basilica. Sopra le arcate, per tutta la lunghezza della navata centrale, vi è un rivestimento di marmi policromi, realizzato mediante la tecnica dell'opus sectile, che finge un muro a mattoni. In corrispondenza dei capitelli vi sono delle "insigna " militari stilizzate. Il loro significato simbolico è evidente: Cristo e la Fede Cristiana trionfano nell'Impero Romano. Sopra il portale di ingresso una fascia musiva occupa la parete in tutta la sua larghezza.

BASILICA DI SANTA BALBINA ALL'AVENTINO


La basilica di Santa Balbina all'Aventino è un edificio di culto paleocristiano, situata sul "piccolo Aventino", nel rione di San Saba. Ha la dignità di Basilica minore. La costruzione sembra risalire al IV secolo, ma apparteneva forse inizialmente ad una delle ricche residenze (domus) del quartiere. La semplice facciata in laterizio si presenta con tre finestroni chiusi da transenne moderne, ed è preceduta da una breve scalinata e da un portico a tre arcate, di epoca posteriore. L'interno della chiesa è ad aula unica con copertura a capriate.  Sul fondo si trova l'abside, dotata di finestre, in cui è collocata una bella cattedra vescovile cosmatesca del XIII secolo. Nei pressi della chiesa si trovano resti delle mura serviane.




SAN GIORGIO AL VELABRO


La chiesa colpisce il visitatore soprattutto per la sua estrema semplicità. Infatti, ogni abbellimento, apportato nel Rinascimento o in epoche successive, fu rimosso nei restauri del 1923 - 1925. E' considerata oggi la più somigliante alla originaria Basilica Costantiniana di San Pietro,  costruita nel secolo IV e demolita circa 500 anni fa per fare posto all'attuale magnifico edificio di stile rinascimentale. La chiesa ha una classica forma basilicale. Le basiliche consistevano in una navata centrale e due (o quattro) navate laterali, con due (o quattro) file di colonne che sostenevano dei piani arcuati, provvisti di finestre per la luce. Intorno all'altare avevano una abside semicircolare con un affresco o un  mosaico sulla volta. L'altare era posto su una piattaforma elevata, sormontata da un baldacchino.




IMMAGINI


SANTA MARIA DEL PRIORATO















































SANT'ANSELMO


























SANT'ALESSIO

































Nascosto da un muro per quasi 900 anni, riemerge a Roma in un'intercapedine nella chiesa di Sant'Alessio all'Aventino, un grande affresco medievale dai colori in incredibile stato di conservazione.

SANTA SABINA
















































BASILICA DI SANTA BALBINA ALL'AVENTINO













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Vista dell'Aventino dal Tevere


ALTRE CHIESE DEL RIONE RIPA








Ripa è un rione formato da tre parti distinte. La più settentrionale, minore per estensione, si sviluppa in una valle alla confluenza di tre colli, il Campidoglio, il Palatino e l'Aventino; quest'ultimo costituisce quasi per intero la seconda parte più a sud, mentre la terza parte è rappresentata dall'Isola Tiberina, collegata alla terraferma da ponti storici.



SANTA MARIA IN COSMEDIN





LA BOCCA DELLA VERITA'


















































La cripta




L'immagine della Theotokos




Mosaico della Madonna Bizantina

La cattedra



Il tempio di Vesta




SAN GIORGIO AL VELABRO


























Affresco di Pietro Cavallini (1300) nell'abside














San Giorgio Martire




Vedere anche:

1 commento:

  1. Buongiorno, ho inserito una sua bella foto di Santa Sabina nella nostra newsletter. Grazie, Cordialmente,
    Rossella Faraglia (associazione culturale l'arte della memoria

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