"La costruzione del monumento a Vittorio Emanuele II (Vittoriano) o Altare della patria fu decisa pochi mesi dopo la morte del re e fu realizzata su progetto di Giuseppe Sacconi a partire dal 1885, protraendosi per mezzo secolo. Nel suo insieme, e nel rapporto con il contesto urbano in cui venne violentemente a inserirsi, costituisce la colossale "affermazione bronzea e marmorea" di un ideale politico e culturale che si espresse nel linguaggio "inossidabile" del classicismo, proponendosi come una summa delle qualità artistiche nazionali, dall'architettura all'urbanistica, dalla scultura alla pittura monumentale. Il giudizio odierno è meno ostile di quello di un tempo riguardo al fatto artistico in sé, inquadrato e compreso nel suo momento storico e culturale, ma non può prescindere dalla considerazione che il monumento è stata la causa diretta e indiretta della cancellazione o dello sconvolgimento di una parte rilevante della città papale, che culminava qui in episodi urbani straordinari, ma il cui fascino profondo risiedeva proprio nel tessuto connettivo stratificatosi nei secoli."
"L'idea di un fondale scenografico a via del Corso dall'ingresso Nord della città, e forse anche l'intento di occultare la prepotente presenza "clericale" della chiesa di S.Maria in Aracoeli, unitamente alla necessità di contenimento e sostruzione del colle capitolino, suggerirono una strutturazione a terrazze collegate collegate da scalee e coronata da un altissimo portico a colonne, leggermente concavo, che si attesta alle due estremità con due propilei a tempio, sormontati da quadrighe e dedicati all'Unità della Patria ed alla Libertà dei Cittadini. Il modello di riferimento fu l'architettura dei grandi santuari ellenistici, ripresa dalle città latine (Palestrina, Tivoli), mentre nell'ambito del linguaggio europeo ed extraeuropeo del momento, quello dell'eclettismo, si volle privilegiare la "radice classica" dell'arte nazionale."
"Nel complesso è profusa una decorazione in marmo e bronzo che ha impegnato i maggiori nomi della scultura accademica italiana a cavallo dei due secoli. Ai lati della cancellata a scomparsa in ferro battuto, su disegno di Manfedo Manfredi (1911), il Pensiero di Giulio Monteverde e L'Azione di Francesco Jerace. A sinistra c'è la fontana dell'Adriatico di Emilio Quadrelli, sopra la Forza di Augusto Rivalta e la Concordia di Ludovico Pogliaghi; a destra c'è la fontana del Tirreno di Pietro Canonica; sopra c'è il Sacrificio di Leonardo Bistolfi e il Diritto di Ettore Ximenes. Ai lati della scalea principale leoni alati (10) di Giuseppe Tonnini.
"Gli spettacolari ambienti interni del Vittoriano furono completati e decorati nel 1924-35 da Armando Brasini che progettò anche la Cripta del Milite Ignoto (mosaici di Giulio Bargellini - 1935) e il nuovo prospetto in laterizio a contrafforti su via S.Pietro in Carcere."
"Gli spettacolari ambienti interni del Vittoriano furono completati e decorati nel 1924-35 da Armando Brasini che progettò anche la Cripta del Milite Ignoto (mosaici di Giulio Bargellini - 1935) e il nuovo prospetto in laterizio a contrafforti su via S.Pietro in Carcere."
Da Guida d'Italia TCI Roma
IL MONUMENTO A VITTORIO EMANELE II
LA GUARDIA D'ONORE
PROSPETTIVE VARIE
Vista notturna dal Foro di Cesare
Vista dalla terrazza del Palazzo dei Cavalieri di Malta
Vista dal Foro Romano
LA TERRAZZA DELLE QUADRIGHE
CHIESA DELL'ARACOELI
VISTA DALLE TERRAZZE
Vista dalla terrazza inferiore
Vista verso il Foro Romano dalla Terrazza delle Quadrighe
VISTA DEL VITTORIANO DALL'ALTO
STRUTTURA
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