DESCRIZIONE
La Basilica di Santa Maria in Trastevere fu costruita per volere di Papa Giulio I (337-352). L'edificio originario fu conservato fina a metà del dodicesimo secolo, quando Papa Innocenzo II (1130-1143) decise di ricostruirla. Nonostante i tanti restauri nel corso dei secoli, questa è la basilica che si ammira oggi.
Il mosaico duecentesco che si estende per tutta l'ampiezza della facciata, rappresenta la Madonna con il Bambino con, ai lati, dieci sante. Le cinque sante ai lati della Madonna sono rivolte a lei e tengono in mano una lampada ad olio.
A destra della facciata, svetta il campanile eretto nel XII secolo per volere di Papa Eugenio III (1145-1153). All'ultimo livello del campanile è collocata una piccola edicola tardo-medioevale che Raffigura la Madonna con il Bambino su uno sfondo dorato.
La chiesa presenta la tipica struttura a pianta basilicale, ovvero una ampia navata centrale delimitata da colonne che la separano dalle due navate laterali più piccole. Le ventuno maestose colonne monolitiche di granito rosso e grigio (dieci a destra e undici a sinistra) che separano le tre navate, sono diverse l'una dall'altra. Ciò si deve al fatto che provengono dalla antica struttura delle Terme di Caracalla.
La Chiesa di S. Francesco di Assisi a Ripa Grande ha una facciata barocca semplice a due ordini, con lesene doriche che dividono il piano inferiore in cinque scomparti, mentre il piano superiore è limitato alla navata centrale. E' opera dell'architetto Mattia De Rossi (1862).
L'attuale campanile a vela sostituisce quello medioevale e fu edificato nel 1734, forse da Giuseppe Sardi, che all'epoca era capomastro per il restauro del convento.
L'interno è a tre navate con croce latina, con tre cappelle della navata di destra e tre di quella di sinistra.
Nella cappella di S. Anna o dell'Albertoni o Altieri c'è la statua giacente, in marmo di Carrara, che raffigura la agonia della beata Ludovica Albertoni di Gian Lorenzo Bernini (1675), ultima opera dell'artista lavorata di sua mano.
La struttura architettonica di Santa Cecilia risale al pontificato di Pasquale I (817 -824), quando fu ricostruita sul Titulus Caecilae, ricordato già nel IV secolo. La chiesa fu costruita secondo i canoni dell'architettura carolingia: muratura tutta in laterizi, finestre a doppia ghiera, impianto basilicale a tre navate, terminazione absidale e, soprattutto, cripta semianulare. Fra i secc. XII e XIII furono costriti il portico, il campanile, l'ala destra del convento ed il chiostro; nel 1540 fu aggiunto il coro e, nel 1600, furono realizzati la nuova confessione, il rialzamento del presbiterio e gli altari laterali. Sostanziali restauri si ebbero nel Settecento con la nuova facciata , che lascia tuttavia intravvedere la parte più alta del prospetto del IX in laterizi, tetto a spioventi e tre finestre ad arco a tutto sesto.
Il ciborio, mirabile opera scultorea di Arnolfo di Cambio, è corredato da una epigrafe che ne attesta la paternità e la data del 1293.
Momento saliente, non solo della decorazione della chiesa, ma dell'intero panorama artistico della Roma tardo-duecentesca. è rappresentato dagli affreschi di Pietro Cavallini, occultati nel Cinquecento per la costruzione del coro. e riportati alla luce ai primi del Novecento. Le splendide pitture ricoprivano interamente la controfacciata con la rappresentazione del Giudizio Universale, ma in origine dovevano essere verosimilmente estesi a tutte le pareti della chiesa, come lasciano intendere gli affreschi a lato dell'ingresso (Sogno di Giacobbe) e quelli a fronte (L'Inganno di Isacco).
Pietro Cavallini è l'autore del Cristo in trono entro la mandorla tra San Giovanni Battista, la Vergine, gli Apostoli, i beati ed i dannati ed i bellissimi angeli dalle ali variopinte.
Pietro de' Cerroni, detto Pietro Cavallini (1240/50 - 1340/) Le notizie sulle sue opere sono principalmente legate al ciclo di mosaici in Santa Maria in Trastevere a Roma, dove si leggono (in una iscrizione frammentaria) il suo nome e la data del 1291; al ciclo di affreschi in Santa Cecilia e ai documenti che registrano la sua presenza nei mosaici o negli affreschi ora perduti o fortemente alterati di San Pietro in Vaticano e nelle chiese romane dell'Aracoeli, di San Crisogono, di San Paolo fuori le mura (tra il 120 e il 1290), di San Francesco a Ripa e san Giorgio al Velabro. Gli ultimi documenti riferiti a Cavallini (che, secondo la tradizione, morì in età assai tarda) risalgono al 1308 e si riferiscono a contratti stipulati a Napoli presso la corte angioina.
IMMAGINI
TRASTEVERE
SANTA MARIA IN TRASTEVERE
ESTERNO
INTERNO
I MOSAICI DI PIETRO CAVALLINI
La natività della Vergine
Annunciazione
Nascita di Gesù
Adorazione dei Magi
Presentazione al Tempio
Dormitio Virginis
VISTE
SAN FRANCESCO A RIPA
CAPPELLA PALUZZI ALBERTONI
La cappella Palluzzi Albertoni o cappella di Sant’Anna fu disegnata dall’architetto Giacomo Mola nel 1625. La bellissima pala d’altare di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (1675) raffigura S. Anna, da cui il nome, la Vergine ed il Bambin Gesù. La statua giacente, in marmo di Carrara, è l’estasi della Beata Ludovica Albertoni, di Gian Lorenzo Bernini (1675), ultima opera del grande scultore.
Nella parete a destra un affresco di ignoto risalente al 1540 raffigura la Beata Ludovica in tutto il suo splendore. La beata, che visse ed operò a Roma tra il 1473 ed il 1533 e dedicò la sua vita ai poveri e agli orfani, è oggi Patrona dei fratelli terziari dell’Ordine Francescano Secolare Romano e Compatrona della Città di Roma.
Nella parete a sinistra, invece, troviamo uno splendido affresco di Santa Chiara. Gli affreschi dei peducci sono a tempera di ignoto e rappresentano le quattro sante romane: Cecilia, Agnese, Francesca Romana e Ludovica Albertoni.
La cupola ed il lanternino rappresentano un festoso Coro d’angeli, forse del Celio o di un suo allievo.
Nella pavimento della Cappella Paluzzi Albertoni, davanti ai gradini dell’altare, si trova la lapide della Beata Ludovica. Poi, ancora, troviamo la balaustra con lo stemma di Casa Altieri, forse del 1702; un piccolo affresco di S. Carlo Borromeo (XVII secolo) posto sulla parete sinistra e sopra un’epigrafe del 1625 che ricorda il senato consulto che prescriveva come festivo il 31 gennaio, giorno in cui morì la Beata.
Estasi della Beata Ludovica Albertoni di G.L. Bernini
L’Estasi della Beata Ludovica Albertoni è una delle più belle opere del Bernini. Per omaggiare la beata, la famiglia Altieri gli commissionò la realizzazione di un altare dedicato alla stessa Ludovica Albertoni. Nonostante lo spazio della cappella all’interno della quale è conservato questo altare sia abbastanza piccolo, l’anziano Bernini è riuscito ad ottimizzare il lavoro, adattando la statua all’angusto spazio.
Due pareti molto inclinate che fanno da quinta allo spazio dove è inserito il sarcofago della beata. La parete di fondo viene arretrata, così Bernini può nascondere due piccole finestre verticali, che danno direttamente all’esterno, creando una illuminazione radente che rischiara la bianca statua rendendola più visibile nella penombra della cappella.
L’Estasi della Beata Ludovica Albertoni è una delle più belle opere del Bernini. Per omaggiare la beata, la famiglia Altieri gli commissionò la realizzazione di un altare dedicato alla stessa Ludovica Albertoni. Nonostante lo spazio della cappella all’interno della quale è conservato questo altare sia abbastanza piccolo, l’anziano Bernini è riuscito ad ottimizzare il lavoro, adattando la statua all’angusto spazio.
Ludovica Albertoni viene rappresentata mentre è sdraiata su un letto ricamato nel marmo, nell’atto dell’estasi cristiana, che funge da tema centrale di tutta la composizione. Studiando appositamente lo spazio, l’artista riesce a spostare la parete sul fondo, coprendo leggermente le due piccole finestre alle spalle della scultura, così da ottenere un’illuminazione perfetta per la statua, mettendo in risalto il bianco chiarore dell’opera e contribuendo a rendere ancor più d’atmosfera l’estasi della beata.
Ritratto di san Francesco di Margheritone di Arezzo (altare maggiore)
Cappella De Chirico
Annunciazione di Francesco Salviati
Cappella di San Carlo da Sezze
SANTA CECILIA IN TRASTEVERE
ESTERNO
INTERNO
LA CRIPTA
AFFRESCHI DI PIETRO CAVALLINI
Il Salvatore
La Vergine
Angeli
Apostoli
SANTA MARIA DELLA SCALA
"Decollazione del Battista" di Gherardo delle Notti (Honthorst)
CAPPELLA dell'ASSUNTA
L'architettura della cappella è di Girolamo Rainaldi.
ANTICA SPEZIERIA SANTA MARIA DELLA SCALA
GIANICOLO
COMPLESSO DI SAN PIETRO IN MONTORIO
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