UN POCO DI STORIA
Lo sviluppo di Perugia fu notevolmente agevolato dal fatto di essere situata in posizione dominante rispetto alla grande arteria del Tevere e in una zona di confine tra gli insediamenti di Etruschi e Umbri. Il polo urbano si configurò probabilmente nella seconda metà del VI secolo, ma era considerata dagli antichi una delle città più importanti della dodecapoli etrusca. La ricostruzione della immagine urbana di Perugia etrusca è possibile grazie alla cinta muraria, che risale probabilmente al III secolo nella forma, in cui appare oggi. Lo sbarramento di travertino funzionava nello stesso tempo da difesa dell'abitato e da sostruzione del terreno e cingeva le due alture separate da una sella, il colle Landone e il colle del Sole, sulle quali era insediata la città. All'esterno, la città etrusca si profila arroccata sulle alture e a controllo di un territorio percorso da una fitta rete di assi viari. All'interno della cinta, probabilmente l'impianto viario ha conservato l'assetto originario, condizionato dalla naturale configurazione del suolo.
Dopo la guerra del 90-89 a.C., con la concessione della cittadinanza romana agli Italici, Perugia si integra pienamente nello stato romano e si rimodella sull'esempio di Roma. Si ha un notevole fervore edilizio, soprattutto ai tempi di Augusto; vengono creati e ristrutturati edifici pubblici e privati. La fisionomia cittadina non subisce tuttavia sostanziali modifiche e il regolare impianto viario rimane immutato. In età imperiale la città si estende al di fuori dell'ormai angusto spazio cinto dalle mura. Le invasioni barbariche compromettono la vitalità della città. La sua ubicazione sulla via Amerina fa sì che diventi una roccaforte della fascia territoriale compresa tra Roma e Ravenna, attirando su di sé l'attenzione di Bisanzio. Infatti, nelle sue vicinanze nel 537 le truppe bizantine di Belisario si scontrano con i Goti di Vitige. Nuovi attacchi vengono portati da Totila che, dopo un lungo assedio, nel 548 riesce ad espugnarla. Agli scontri con i Goti, seguono quelli con i Longobardi. Il destino degli edifici della città antica, etrusca e romana, è ormai, per i secoli a venire, quello di fornire robuste fondazioni e materiali da costruzione alle successive strutture urbane, pubbliche e private. I battenti bronzei delle porte urbiche sono destinati, nel 780, da papa Adriano I alla basilica di San Pietro a Roma. Solo una legge del 1475, emanata dai priori delle arti, vieta di asportare pietre dalle mura della città.
DESCRIZIONE DEI MONUMENTI
CATTEDRALE DI SAN LORENZO
L'interno, di costruzione quattrocentesca, dà una impressione di vastità. Una luce tenue, dalle grandi bifore con vetrate dipinte, conferisce all'ambiente una morbida intonazione chiaroscurale. La tensione verticale, prevalente nella architettura gotica, qui è bilanciata dal dilatarsi dello spazio in tutte e tre le direzioni. Vi contribuiscono la scelta della tipologia della "chiesa a sala" con navate di pari altezza (24.90 m) che aumenta il senso della dilatazione in altezza; il pavimento artificiosamente in pendenza tra portale e abside, che accentua la lunghezza dell'ambiente; la proporzione tra le navate (quella centrale due volte e mezzo la laterale), che rafforza l'effetto di larghezza.
LA ROCCA PAOLINA
Simbolo della politica egemonica di Paolo III Farnese, la Rocca fu costruita con il preciso intento di "raffrenare per sempre l'ardire dei perugini et levargli l'occasione di mai più declinare dalla Santa Sede Apostolica" . La città infatti, già in passato "riottosa" ai voleri del pontefice, aveva rifiutato nel 1540 una nuova tassa sul sale e, a conclusione della guerra che ne era seguita, nel giro di soli tre anni (1540 - 1543), venne edificata, su progetto di Antonio e Aristotele da Sangallo, la nuova fortezza. All'interno, oltre agli ambienti destinati alle milizie, era anche il palazzetto del castellano, con le sue ricche decorazioni pittoriche, probabilmente eseguite sotto la regia di Giorgio Vasari. La successiva demolizione della fortezza tra il 1848 e il 1862, comportò quindi la perdita del più importante ciclo manieristico in Umbria. Oggi della poderosa "macchina" militare non restano che i bastioni del lato sud-ovest. I primi scavi per il recupero di questa antica parte dell'abitato cittadino, che fu interrato con i detriti della parte superiore della rocca, risalgono al 1932, ma gli interventi sistematici datano al 1964-65. Fu un discendente dei Baglioni, il 15 dicembre 1848, ad infliggere il primo simbolico colpo di piccone, ma la vera demolizione si ebbe solo nel 1860, dopo l'annessione al regno d'Italia.
L'organizzazione della mobilità urbana, attuata a Perugia con la chiusura del centro storico e con la realizzazione di ascensori e percorsi meccanizzati che assicurano il collegamento con i grandi parcheggi all'esterno della cinta muraria, ha fatto delle scale mobili all'interno della Rocca Paolina la maggiore porta di ingresso alla città. La terza rampa determina un emozionante balzo ambientale: progressivamente compaiono le strutture in laterizio dei sotterranei della Rocca Paolina e progressivamente si entra nella città medioevale superstite. Le altissime sostruzioni ad arco e a volta a botte, con cui il Sangallo chiuse il cielo delle vie del quartiere per sostenere il livello superiore della fortezza, si innestano sui muri in pietra degli edifici due-trecenteschi. Al culmine della terza rampa, percorrendo la leggera discesa della via Bagliona, si giunge alla porta Marzia. L'itinerario attraverso la città sommersa può cominciare di qui. Dando le spalle alla porta, si trovano i resti della cinta muraria etrusca. Lungo la via, trasformata in passaggio sotterraneo della rocca, si affacciano, fra gli archi di rinforzo della età cinquecentesca, porte e finestre di case medioevali e rinascimentali. Sul lato destro, una apertura introduce alla prima torre delle case di Gentile Baglioni (XIII secolo), dove permangono porte, finestre, archi di sostegno e un pozzo.
LE MURA ETRUSCHE
La grigia barriera di travertino che cinge l'altura cittadina, testimonia in modo esemplare lo splendore della fase etrusca di Perugia. Lungo un percorso di circa tre chilometri, articolato in estroflessioni e profonde rientranze aderenti alla morfologia del colle, le mura disegnano una sorta di grande "trifoglio". La dove la cerchia avanza verso l'esterno, si aprono a mezza costa le porte di accesso monumentali, connesse alla viabilità urbana e rispettose delle direttrici stradali discendenti a ventaglio verso il territorio; là dove la cerchia ripiega verso l'interno, il varco è assicurato da più modesti ingressi (posterle), destinati al traffico pedonale.
La cinta è eretta con blocchi di travertino a sezione quadrata e rettangolare, a volte con lati obliqui, estratti dalle cave di Ellera e messi in opera senza uso di legante in corsi abbastanza rettangolari. In alcuni tratti rimane ancora alla sommità della cortina il filare aggettante che segnala il camminamento di ronda; in altri è possibile leggere sui blocchi squadrati i segni di cava.
L'articolazione della cinta e la attenta ubicazione degli ingressi rivelano una progettazione unitaria, realizzata nella seconda metà del III a.C. a recinzione di uno spazio urbano, già da tempo definitosi. Il perimetro inglobò probabilmente strutture murarie più antiche e subì successivamente parziali rifacimenti. Il suggestivo itinerario lungo le mura, tutt'intorno alla "terra vecchia", procede a volte in piena luce, anche attraverso orti e giardini, altre volte celato nei negozi costruiti a ridosso della parete.
IMMAGINI DEI MONUMENTI
PALAZZO DEI PRIORI
Il grifo perugino e il leone guelfo
Sala delle Udienze
Sibille e Profeti - Pietro Vannucci detto il Perugino (1450 - 1523)
Prudenza e Giustizia - Pietro Vannucci detto il Perugino (1450 - 1523)
La Trasfigurazione - Pietro Vannucci detto il Perugino (1450 - 1523)
Tarsie lignee
SALA DEL COLLEGIO DELLA MERCANZIA
LA CATTEDRALE DI SAN LLORENZO
INTERNO DEL DUOMO
LA FORTEZZA PAOLINA
PORTA MARZIA
San Bernardino
Tempio di Sant'Angelo
MURA ETRUSCHE
Grafico di Claudio Maccherani
Arco etrusco
VISTE PANORAMICHE
Da piazza Dante a porta Sant'Angelo
Panorama da Porta Sole
Veduta dal campanile di San Domenico
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UN BUON PRANZO
UN BUON PRANZO
Dopo una lunga camminata nelle vie del centro, ci vuole un buon pranzo
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