martedì 1 febbraio 2022

 


CAPODANNO CINESE



L'anno della Tigre d'Acqua

Nella tradizione cinese, ai diversi anni sono ciclicamente assegnati dodici differenti animali. La leggenda narra che questi animali (il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale) siano stati selezionati in quanto hanno risposto alla chiamata del Buddha. Ognuno di questi animali, secondo l’astrologia cinese, ha delle caratteristiche particolari che influenzano in modo importante anche i tratti del carattere delle persone nate sotto il loro segno.

 Il 2022 sarà l’anno della Tigre, terzo segno dello zodiaco cinese. La Tigre simboleggia il coraggio, la passione e la sicurezza di sé. Come per ogni segno zodiacale, anche quello della Tigre viene associato ai 5 elementi fondamentali, per cui avremo la Tigre di Legno, di Fuoco, di Terra, d’Oro (Metallo) e d’Acqua. In questo modo un anno della Tigre d’Acqua si avrà ogni 60 anni (12 segni x 5 elementi). Gli elementi collegano l’anno di nascita al segno dello zodiaco e influenzano le caratteristiche di una persona. La Tigre d’Acqua, come quella del 2022, è sensibile, aperta a nuove esperienze e obiettiva.

Il 1 Febbraio in Cina ha inizio il nuovo anno che nel 2022 per l’oroscopo cinese cade sotto il segno
della Tigre
. Dopo la scaltrezza del Topo (2020) e la resilienza del Bufalo (2021) è l’anno dunque della forza e del coraggio. Inoltre, la Tigre del 2022 è la Tigre d’Acqua, che ricorre solo ogni 60 anni (ogni dodici anni si succede uno dei cinque elementi naturali).

Le Famiglie Storiche e Bon Wei

La ricorrenza della Tigre d’Acqua è un avvenimento raro, come raro e prezioso deve essere il vino Amarone, frutto di maestria, artigianalità e di un operato del tutto eccezionale, scelto dall’Associazione Le Famiglie Storiche, testimone attivo del “mondo Amarone”. Essa ha scelto di celebrare l’atteso appuntamento con il Capodanno Cinese 2022 abbinando questo straordinario vino, in modo diverso e contemporaneo, alla cucina cinese, facendo propria la forza e il coraggio della Tigre.
 

Le Famiglie Storiche hanno dunque selezionato uno dei più riconosciuti ristoranti cinesi di Milano,
il ristorante Bon Wei, dal 2010 specializzato nell’alta cucina regionale cinese, progettato dall’architetto Carlo Samarati secondo i canoni della Cina contemporanea, che vanta tra le sue specialità, l’anatra laccata alla pechinese e una carta di 24 ricette regionali suddivise nelle 8 regioni
gastronomiche della “badacaixi”. Fondato da Yike Weng e Chiara Wang Pei con lo chef Zhang Guoqing nel 2010, dal 2017 è proprietà ed è diretto da Zhang Le.

 

Per il periodo del Capodanno Cinese dal 1 al 13 febbraio 2022 proporrà un menu speciale studiato da chef Zhang Guoqing. A questo menu verranno suggeriti in abbinamento gli Amarone prodotti dalle 13 Famiglie dell’associazione e proposti in una carta dedicata.
 

Il menu celebrativo per l’Anno della Tigre segue i canoni del pasto cinese, fatto da un dim-sum misto con jaozi beneauguranti (ravoli chiusi a saccottino), una zuppa cinese che scalda il cuore, un classico ma ricco riso saltato e poi quattro portate importanti (un manzo, un’anatra e un pesce grasso come la cernia gialla, oltre al taro pastellato). Queste ultime pensate proprio per gli Amarone delle Famiglie.


A chiudere il sontuoso banchetto il dessert della pastry chef Sonia Latorre Ruiz, il Lao Hu-La Tigre,
omaggio contemporaneo al 2022 e, come il vino, perfetta combinazione occidentale.
 

Perché l’Amarone delle Famiglie? La percezione falsamente dolce dell’Amarone dato dall’appassimento delle uve nella fase iniziale, in cui si perde acqua e si concentra lo zucchero, è quella caratteristica che rende questo grande vino capace di essere abbinato a molte ricette della cucina cinese. Così come la sua evidente complessità aromatica (con note di pepe, prugne secche ciliege sotto spirito con suggestioni che spaziano dai funghi secchi al cacao, al tabacco al cuoio) ben si accosta alle salse speziate e alle ricche materie prime usate nelle loro preparazioni.
 

Se nel filologico pasto cinese, i piatti del menu vengono serviti in contemporanea e in condivisione,
difficilmente si pensa all’abbinamento con un solo piatto. Da Bon Wei, iscritto nel panorama della
ristorazione fine dining, lo schema è stato capovolto presentando i piatti in sequenza secondo
l’usanza occidentale (proponendo inoltre tre cotture differenti: bollito, fritto e al forno).
Una carta dei vini dedicata a tutti gli Amarone de Le Famiglie Storiche, lascia al commensale la libertà
di scelta, permettendogli di selezionare l’etichetta desiderata e di sperimentare la diversa riuscita dell’abbinamento con quattro piatti portanti proposti.

Chateau Dufan

Dal 2017 è tra i ristoranti di cucina cinese tra i più amati della Chinatown milanese perchè offre una proposta asiatica leggera e versatile, accompagnando i clienti dalla colazione fino all’after dinner. Ciò che ha reso il locale così popolare in Via Paolo Sarpi è l’accoglienza e la proposta food cinese che diverte e ingolosisce a qualsiasi ora della giornata. Dai bubble tea alla cucina tradizionale cinese vera e propria, Chateu Dufan propone anche una elegante formula happy hour che offre cocktail accompagnati da Dim sum freschi, realizzati nella cucina a vista dal giovane 30enne Chef Jun.

 

Il menu di Chateu Dufan è molto ricco e offre una selezione di piatti della tradizione cinese tra dim sum, Ramen e main courses cinesi, piatti tipici della tradizione a base di carni, anatra alla Pechinese e anche pesce dove i protagonisti sono anguille, astici, aragoste e gamberi, in base alla disponibilità del mercato. I ravioli al char siu sono esplosivi, gli xiaolongbao e il resto della cucina è molto solida, come ad esempio: le capesante al suanrong, una salina a base d’aglio, le scodelle di fuoco che mantengono una ottima consistenza.

 

Il pranzo del Capodanno cinese è un momento molto importante: lo si passa infatti seduti intorno a un grande tavolo di forma circolare che permette la massima esperienza della condivisione, grazie al supporto che rotea in base alle esigenze e dal quale i commensali scelgono le pietanze che vengono servite rigorosamente tutte insieme. La tavola imbandita per la festa di Capodanno da Chateau Dufan diventa quindi un tripudio di ingredienti, ricette, sapori tradizionali: il pranzo di capodanno può durare fino a 6 ore. Solitamente ci si mette al tavolo verso le 15.00. Le pietanze proposte rappresentano tutte il concetto di prosperità, e cioè di augurio di un anno migliore rispetto a quello precedente, in termini di crescita interiore e professionale. Cosa si beve per festeggiare? Vino rosso.

 

Il menu di Chateau Dufan per il Capodanno Cinese prevede varie portate, tra cui Astice al vapore, con letto di spaghetti di soia e ravioli di gamberi, l’Anguilla secca e insalata medusa condita, le Lingue di anatra marinate nella soia e cotte al vapore, le Zampe di pollo fritte e poi brasate in salsa di soia e vino di riso, il Pesce cinese dorato al vapore, cotto nella salsa di soia e aceto invecchiato e molto altro.

 Oggi 1 febbraio 2022, in occasione del novilunio in Acquario, si festeggia il capodanno lunare cinese, anche chiamato festa di primavera e inizia l'anno della Tigre d'Acqua Yang. In realtà, mentre la festa di primavera cade sempre tra il 4 e il 5 febbraio nel calendario gregoriano, il capodanno cinese dipende appunto dal giorno della Luna nuova (la seconda dopo il solstizio d'inverno) che può avvenire tra il 20 gennaio e il 20 febbraio.



Nell'astrologia cinese, che si basa appunto sui cicli lunari, ogni anno è legato ad uno dei 12 segni lunari, i 12 animali che secondo la tradizione erano andati a salutare il Buddha per la sua dipartita terrena. Ogni anno un segno lunare si unisce ad un elemento (ce ne sono 5 anziché 4) e a un polo magnetico, yin e yang. Dopo l'anno del Topo di metallo yang (il 2020) e l'anno del bue di metallo yin (il 2021) caratterizzati l'uno dalle grandi novità che sconvolgono e l'altro dal lavoro sodo, adesso ci prepariamo al terzo dei 12 segni lunari, la Tigre, e cambiamo anche elemento, dal metallo all'acqua.


In astrologia cinese i cinque elementi interagiscono tra di loro in un rapporto continuo di interrelazione. Il metallo è un elemento tagliente, rigido, ambizioso (in cinese è anche "oro" non solo metallo), duro anche nel proporre novità e cambiamenti. L'acqua invece è morbida, pronta al movimento e alla trasmissione.


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Come sarà l'anno della Tigre 2022

L'anno della Tigre è un anno esplosivo e il fatto che il 2022 avrà radice positiva yang ovvero estroversa e attiva amplifica ancora di più l'imprevedibilità del segno della Tigre. L'impulsività porterà molte persone a compiere gesti molto forti, quasi estremi: qui la pacata via di mezzo non è apprezzata. Le innovazioni di ogni genere però saranno molto fortunate così come l'attenzione al bene comune: pensiamo all'ambiente e agli aiuti umanitari. Tutto ciò che ha a che fare con il nuovo è ben visto. L'elemento acqua amplifica questa apertura mentale innovatrice tipica del segno della Tigre e, per quanto possibile, riduce la conflittualità di questo segno nell'esposizione portando un maggior bilanciamento nei rapporti rispetto agli anni della Tigre di altri elementi.


Non dimentichiamo una cosa importante. Nell'astrologia occidentale a rappresentarci non c'è solo quello che chiamiamo il nostro "segno zodiacale" ma un'intera mappa (il "tema natale") irripetibile ed unica con dieci pianeti e diverse posizioni all'interno del cerchio dello zodiaco. Allo stesso modo anche nell'astrologia cinese non dovremmo fermarci solamente al segno del nostro anno di nascita. Tuttavia, in generale diciamo che nell'anno della Tigre ad essere più fortunati sono i nati nell'anno del Cane e del Cavallo mentre i nati sotto il segno della Scimmia saranno maggiormente messi in difficoltà.


Cosa significa l'anno della Tigre per l'oroscopo cinese


La Tigre è il terzo dei 12 segni lunari, un segno che di natura è legato al polo positivo yang e all'elemento legno che ne formano le caratteristiche. Allo stesso modo nell'astrologia occidentale i pianeti e l'elemento vanno a comporre le caratteristiche di un segno zodiacale. La Tigre è paragonabile, per le sue caratteristiche, al nostro segno zodiacale dell'Acquario. È un segno forte ma molto etico, con un grande senso del gruppo e della convivialità e con un'indole ribelle, vivace, impulsiva e innovativa.


Nell'astrologia cinese, proprio come nell'astrologia occidentale, il susseguirsi degli anni sta ad indicare un ciclo al quale siamo portati come genere umano in cui i simboli (lì gli animali, nel nostro caso i pianeti) ci mettono alla prova e ci danno le indicazioni per evolvere al meglio. L'anno del Topo ha portato una rivoluzione mondiale, l'anno del Bue (o Bufalo) ci ha costretti a rimetterci in gioco, a rimboccarci le maniche, a comprendere di che cosa abbiamo davvero bisogno eliminando anche il superfluo. L'anno della Tigre d'acqua invece ci vede pronti a capire davvero i nostri bisogni più intimi e profondi (grazie all'elemento acqua) e a metterli in pratica anche quando questo dovesse comportare grandi cambiamenti a livello sociale, di comunità.






lunedì 13 dicembre 2021

norimberga

 NORIMBERGA




La città è situata sulle rive del fiume Pegnitz che nasce a circa 80 km a nord-est della città e l'attraversa da est a ovest per circa 14 km per poi congiungersi, pochi km a nord della città di Fürth con il fiume Rednitz per formare il Regnitz.

Il territorio della città comprende una superficie di 186,6 km², a ovest la città è praticamente unita con la città confinante di Fürth. A nord di Norimberga vi è una fertile pianura nella quale è situato anche l'aeroporto cittadino.

Il centro della città è delimitato a nord dalla collina sulla quale si trova il castello con la sua cinta muraria.

La prima citazione della città di Nuorenberc (monte roccioso) risale al 1050 in un documento dell'imperatore Enrico III; nel 1219 l'imperatore Federico II le accorda il privilegio di intitolarsi "libera città imperiale" e di autogovernarsi con istituzioni autonome. La città si espanse dal Quattrocento al Seicento grazie ad una fiorente attività commerciale sostenuta da scambi con tutta l'Europa e un'altrettanto vivace vita culturale e artistica. Storicamente, la città, di aspetto monumentale, faceva da sfondo tradizionale per le diete imperiali.

La scoperta del Nuovo Mondo (nel 1492) e l'esclusione della città dalle nuove vie commerciali seguiti dalla guerra dei Trent'anni provocarono una lenta decadenza interrotta solo nel XIX secolo con la nascita e l'espansione dell'industria del giocattolo.

La decadenza di Norimberga fu contestuale a quella di Venezia. Con la scoperta del Capo di Buona Speranza (1497), il commercio con Venezia andò scemando; altre vie presero le merci delle Indie; altre nazioni profittarono di un traffico sì allora esclusivo. Cessarono le importazioni da Venezia e le riesportazioni verso il Nord Europa e la Russia. Il graduale impoverimento della ricchezza dei cittadini mutò di conseguenza la Repubblica in oligarchia, le famiglie patrizie disdgnare il lavoro commerciale, tesaurizzare i loro denari nelle rendita, bloccando l'afflusso di turisti o migranti stranieri.

Nel XVII e XVIII gli scambi erano ancora importanti: il Palazzo della Città di architettura italiana, Chiese, fontane, acquedotti. La riforma protestante non fu un ostacolo agli scambi, anzi Venezia fu la prima città italiana ad ospitare pastori evangelici e un luogo di preghiera, a tal punto che Strobel la elogiò come "l'unico esempio italiano" di tolleranza religiosa.

Il taglio dell'Istmo di Suez riporrà Venezia, rispetto al commercio delle Indie, in condizioni analoghe a quelle fortunatissime, nelle quali si trovava prima della scoperta di Vasco da Gama. Norimberga quindi ritornerà nelle felicissime relazioni dei secoli che corsero e la fecero tanto prospera e ricca[3].

Entrambe le città hanno ospitato una secolare, numerosa e fiorente comunità ebraica.

Nella storia contemporanea, Norimberga è stata una delle roccaforti del potere nazista, le c.d. Führerstadt, insieme a Monaco di Baviera[4] e alla capitale Berlino. La città ha rivestito un ruolo importante sia come sede di raduni di propaganda hitleriana, presso lo Zeppelinwiese (le cui strutture sono ancora parzialmente visibili) in cui si teneva annualmente il Parteitag, e città in cui furono emanate le leggi razziali del 1935, sia, alla fine della seconda guerra mondiale, come sede del tribunale speciale alleato che processò i criminali di guerra nazisti.

A Norimberga lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro ambientò il romanzo Il mistero del poeta.

















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martedì 23 novembre 2021

MISSILE IPERSONICO CINESE

 Il nuovo missile ipersonico cinese spaventa gli Stati Uniti e rende il clima tra Washington e Pechino sempre più simile a quello della Guerra Fredda. Le ultime rivelazioni sul test effettuato da Pechino nel luglio scorso contengono novità sorprendenti e parlano di un razzo lanciato sul Mar della Cina Meridionale proprio dal vettore che viaggia ad una velocità cinque volte superiore a quella del suono. Un nuovo colpo, dunque, a quella che una volta era considerata la supremazia Usa sul fronte degli arsenali missilistici. E una novità che preoccupa non poco la Casa Bianca, con il Pentagono costretto ormai ad ammettere di essere indietro nella corsa a queste nuove super armi non solo rispetto alla Cina ma persino nei confronti della Russia.

Il missile ipersonico cinese: una sfida alla fisica

Il Financial Times, citando fonti di intelligence, spiega come il lancio del missile dal vettore ipersonico 'Lunga Marcia' rappresenti da parte di Pechino una dimostrazione di capacità tecnologiche senza precedenti, un test che sfida la fisica e che nessun altro Paese al momento sembra in grado di effettuare. Del resto è già cosa nota come gli Stati Uniti siano stati colti di sorpresa dai progressi compiuti dalla Cina negli ultimi anni, compresi gli esperti dell'agenzia americana che gestisce le ricerche scientifiche per la Difesa (Darpa): «Non siamo sicuri di come siano riusciti a superare i vincoli della fisica lanciando da un veicolo che viaggia a velocità ipersoniche».

domenica 2 febbraio 2020

ROMA - CHIESE DI TRASTEVERE


DESCRIZIONE




La Basilica di Santa Maria in Trastevere fu costruita per volere di Papa Giulio I (337-352). L'edificio originario fu conservato fina a metà del dodicesimo secolo, quando Papa Innocenzo II (1130-1143) decise di ricostruirla. Nonostante i tanti restauri nel corso dei secoli, questa è la basilica che si ammira oggi.

Il mosaico duecentesco che si estende per tutta l'ampiezza della facciata, rappresenta la Madonna con il Bambino con, ai lati, dieci sante. Le cinque sante ai lati della Madonna sono rivolte a lei e tengono in mano una lampada ad olio.

A destra della facciata, svetta il campanile eretto nel XII secolo per volere di Papa Eugenio III (1145-1153). All'ultimo livello del campanile è collocata una piccola edicola tardo-medioevale che Raffigura la Madonna con il Bambino su uno sfondo dorato.

La chiesa presenta la tipica struttura a pianta basilicale, ovvero una ampia navata centrale delimitata da colonne che la separano dalle due navate laterali più piccole. Le ventuno maestose colonne monolitiche di granito rosso e grigio (dieci a destra e undici a sinistra) che separano le tre navate, sono diverse l'una dall'altra. Ciò si deve al fatto che provengono dalla antica struttura delle Terme di Caracalla.  



La Chiesa di S. Francesco di Assisi a Ripa Grande ha una facciata barocca semplice a due ordini, con lesene doriche che dividono  il piano inferiore in cinque scomparti, mentre il piano superiore è limitato alla navata centrale. E' opera dell'architetto Mattia De Rossi (1862). 

L'attuale campanile a vela sostituisce quello medioevale e fu edificato nel 1734, forse da Giuseppe Sardi, che all'epoca era capomastro per il restauro del convento. 

L'interno è a tre navate con croce latina, con  tre cappelle della navata di destra e tre di quella di sinistra.

Nella cappella di S. Anna o dell'Albertoni o Altieri c'è la statua giacente, in marmo di Carrara, che raffigura la agonia della beata Ludovica Albertoni di Gian Lorenzo Bernini (1675), ultima opera dell'artista lavorata di sua mano.



La struttura architettonica di Santa Cecilia risale al pontificato di Pasquale I (817 -824), quando fu ricostruita sul Titulus Caecilae, ricordato già nel IV secolo. La chiesa fu costruita secondo i canoni dell'architettura carolingia: muratura tutta in laterizi, finestre a doppia ghiera, impianto basilicale a tre navate,  terminazione absidale e, soprattutto, cripta semianulare. Fra i secc. XII e XIII furono costriti il portico, il campanile, l'ala destra del convento ed il chiostro; nel 1540 fu aggiunto il coro e, nel 1600, furono realizzati la nuova confessione, il rialzamento del presbiterio e gli altari laterali. Sostanziali restauri si ebbero nel Settecento con la nuova facciata , che lascia tuttavia intravvedere la parte più alta del prospetto del IX in laterizi,  tetto a spioventi e tre finestre ad arco a tutto sesto.

Il ciborio, mirabile opera scultorea di Arnolfo di Cambio, è corredato da una epigrafe che ne attesta la paternità e la data del 1293.

Momento saliente, non solo della decorazione della chiesa, ma dell'intero panorama artistico della Roma tardo-duecentesca. è rappresentato dagli affreschi di Pietro Cavallini, occultati nel Cinquecento per la costruzione del coro. e riportati alla luce ai primi del Novecento. Le splendide pitture ricoprivano interamente la controfacciata con la rappresentazione del Giudizio Universale, ma in origine dovevano essere verosimilmente estesi a tutte le pareti della chiesa, come lasciano intendere gli affreschi a lato dell'ingresso (Sogno di Giacobbe) e quelli a fronte (L'Inganno di Isacco).
Pietro Cavallini è l'autore del Cristo in trono entro la mandorla tra San Giovanni Battista, la Vergine, gli Apostoli, i beati ed i dannati ed i bellissimi angeli dalle ali variopinte.


Pietro de' Cerroni, detto Pietro Cavallini (1240/50 - 1340/) Le notizie sulle sue opere sono principalmente legate al ciclo di mosaici in Santa Maria in Trastevere a Roma, dove si leggono (in una iscrizione frammentaria) il suo nome e la data del 1291; al ciclo di affreschi in Santa Cecilia e ai documenti che registrano la sua presenza nei mosaici o negli affreschi ora perduti o fortemente alterati di San Pietro in Vaticano e nelle chiese romane dell'Aracoeli, di San Crisogono, di San Paolo fuori le mura (tra il 120 e il 1290), di San Francesco a Ripa e san Giorgio al Velabro. Gli ultimi documenti riferiti a Cavallini (che, secondo la tradizione, morì in età assai tarda) risalgono al 1308 e si riferiscono a contratti stipulati a Napoli presso la corte angioina.    



IMMAGINI


TRASTEVERE




SANTA MARIA IN TRASTEVERE

ESTERNO










Edicola con la Madonna e il Bambino
























INTERNO







































I MOSAICI DI PIETRO CAVALLINI


La natività della Vergine




Annunciazione




Nascita di Gesù




Adorazione dei Magi




Presentazione al Tempio





Dormitio Virginis



VISTE







I tetti di Trastevere visti dal campanile di Santa Maria


SAN FRANCESCO A RIPA

























CAPPELLA PALUZZI ALBERTONI





La cappella Palluzzi Albertoni o cappella di Sant’Anna fu disegnata dall’architetto Giacomo Mola nel 1625. La bellissima pala d’altare di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccia (1675) raffigura S. Anna, da cui il nome, la Vergine ed il Bambin Gesù. La statua giacente, in marmo di Carrara, è l’estasi della Beata Ludovica Albertoni, di Gian Lorenzo Bernini (1675), ultima opera del grande scultore.
Nella parete a destra un affresco di ignoto risalente al 1540 raffigura la Beata Ludovica in tutto il suo splendore. La beata, che visse ed operò a Roma tra il 1473 ed il 1533 e dedicò la sua vita ai poveri e agli orfani, è oggi Patrona dei fratelli terziari dell’Ordine Francescano Secolare Romano e Compatrona della Città di Roma. 
Nella parete a sinistra, invece, troviamo uno splendido affresco di Santa Chiara. Gli affreschi dei peducci sono a tempera di ignoto e rappresentano le quattro sante romane: Cecilia, Agnese, Francesca Romana e Ludovica Albertoni.
La cupola ed il lanternino rappresentano un festoso Coro d’angeli, forse del Celio o di un suo allievo.
Nella pavimento della Cappella Paluzzi Albertoni, davanti ai gradini dell’altare, si trova la lapide della Beata Ludovica. Poi, ancora, troviamo la balaustra con lo stemma di Casa Altieri, forse del 1702; un piccolo affresco di S. Carlo Borromeo (XVII secolo) posto sulla parete sinistra e sopra un’epigrafe del 1625 che ricorda il senato consulto che prescriveva come festivo il 31 gennaio, giorno in cui morì la Beata.








Estasi della Beata Ludovica Albertoni di G.L. Bernini


L’Estasi della Beata Ludovica Albertoni è una delle più belle opere del Bernini. Per omaggiare la beata, la famiglia Altieri gli commissionò la realizzazione di un altare dedicato alla stessa Ludovica Albertoni. Nonostante lo spazio della cappella all’interno della quale è conservato questo altare sia abbastanza piccolo, l’anziano Bernini è riuscito ad ottimizzare il lavoro, adattando la statua all’angusto spazio.


Ludovica Albertoni viene rappresentata mentre è sdraiata su un letto ricamato nel marmo, nell’atto dell’estasi cristiana, che funge da tema centrale di tutta la composizione. Studiando appositamente lo spazio, l’artista riesce a spostare la parete sul fondo, coprendo leggermente le due piccole finestre alle spalle della scultura, così da ottenere un’illuminazione perfetta per la statua, mettendo in risalto il bianco chiarore dell’opera e contribuendo a rendere ancor più d’atmosfera l’estasi della beata.

Due pareti molto inclinate che fanno da quinta allo spazio dove è inserito il sarcofago della beata. La parete di fondo viene arretrata, così Bernini può nascondere due piccole finestre verticali, che danno direttamente all’esterno, creando una illuminazione radente che rischiara la bianca statua rendendola più visibile nella penombra della cappella.



Ritratto di san Francesco di Margheritone di Arezzo (altare maggiore)





Cappella De Chirico




Annunciazione di Francesco Salviati






Cappella di San Carlo da Sezze




SANTA CECILIA IN TRASTEVERE


ESTERNO













INTERNO







































LA CRIPTA























AFFRESCHI DI PIETRO CAVALLINI





Il Salvatore


La Vergine








Angeli









Apostoli






Il Giudizio Universale



SANTA MARIA DELLA SCALA



















































"Decollazione del Battista" di Gherardo delle Notti (Honthorst) 



















CAPPELLA dell'ASSUNTA

L'architettura della cappella è di Girolamo Rainaldi.



ANTICA SPEZIERIA SANTA MARIA DELLA SCALA






















GIANICOLO





COMPLESSO DI SAN PIETRO IN MONTORIO
























































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