DESCRIZIONE
DUOMO
Sia per il verde delle sue tegole, sia per la particolare posizione in cui si è venuta a trovare con la definizione di piazza Walther, il Duomo si impone con forza alla attenzione del visitatore. Edificio di vaste proporzioni, sorge su di una area di culto molto antica, come testimoniano i resti di una basilica paleocristiana e di una più piccola chiesa di età carolingia ampliata e riconsacrata nel 1180. Un secolo più tardi, un nuovo corpo di fabbrica fu modificato per dare una degna parrocchiale a un centro mercantile ormai di primaria importanza. I lavori si protrassero per tutto il Trecento, mentre nei due secoli successivi si compirono le opere di abbellimento con il rifacimento del campanile (1519), pregevole lavoro di Hans Lutz.
Le vicende costruttive e l’alternanza di cantieri lombardi e tedeschi giustificano la presenza di elementi romanici, gotici e tardogotici, recuperati dal complesso restauro per rimediare ai terribili danni della seconda guerra mondiale.
A una facciata povera, ornata solo dal protiro (rifatto), dal rosone romanico-gotico e da un deteriorato affresco di ambito pacheriano, si giustappone il fianco sinistro, movimentato dalla presenza del campanile e decorato da affreschi devozionali del sec. XV, tra cui una Crocifissione di ambito veronese, soprattutto spiccano il protiro della porta. presso la sagrestia.
Nella profonda area presbiteriale (fine del ‘300) troneggia l’altare maggiore barocco (1720), attorno al quale girano coro e deambulatorio; l’abside fu aperta nel 1745 per accogliere la cappella delle Grazie, le cui volte furono decorate da Karl Henrici; all’altare, Maria lactans, statuetta di ambito veronese dei primi del Duecento. Si è salvato dai bombardamenti lo splendido pulpito (quarto pilastro sinistro) di Hans Lutz del 1514.
CHIESA DEI DOMENICANI
La parte superstite del complesso conventuale domenicano (1272) occupa il lato meridionale della piazza e ospita il Conservatorio. Nonostante le manomissioni, la chiesa vanta uno dei più preziosi cicli pittorici dell’Alto Adige. Nell’interno, un pontile ad arcate divide il presbiterio dalla parte plebana, modificata dalla suddivisione in tre navate (1468) Dal presbiterio, rifatto in epoca barocca si entra nella cappella di S. Giovnni, dei banchieri fiorentini Rossi (assunsero poi il nome Botsch). Essi chiamarono per la decorazione (1330 – 1340) alcuni pittori itineranti di scuola giottesca padovana. La potenza espressiva di questi dipinti (Trionfo della Morte) fu un colpo di frusta per l’arte locale che ancora non conosceva la lezione giottesca..
CASTEL RONCOLO (RUNKELSTEIN)
Su uno sperone roccioso a picco sul Talvera , all’imbocco della val Sarentina, sorge il suggestivo Castel Roncolo, il meglio conservato dei dintorni di Bolzano. La sua fondazione risale al 1237, quando i fratelli Federico e Beraldo della potente famiglia Vanga, ricevettero regolare autorizzazione dal principe vescovo di Trento. Si ricordi che, tra il 1207 e il 1218, fu vescovo di Trento proprio un componente di questa famiglia: Federico, figura importante per avere dato inizio alla costruzione della cattedrale di S. Vigilio. Le sanguinose lotte per la supremazia nella regione, che videro emergere la potente famiglia dei Tirolo, segnarono la fine della fortuna dei Vanga che dovettero rifugiarsi nel castello di Novale. Vennero infatti sconfitti insieme agli Appiano, loro alleati, da Mainardo di Tirolo che, nel 1277, assalì e saccheggiò il castello, ma non lo distrusse. A quell’epoca era ancora di dimensioni modeste. Comprendeva due edifici residenziali contrapposti separati da un cortile, una cappella e una torre a base quadrata. L’attuale struttura è dovuta ai lavori fatti eseguire dalla famiglia Vintler che ne divenne proprietaria con relativa investitura vescovile nel 1385.
I due edifici precedenti vennero ampliati ed uniti tra di loro con un loggiato, trasformando la antica fortezza in una vera e propria residenza signorile. Questa impostazione inoltre è testimoniata dalla straordinaria estensione dei cicli di affreschi che fanno del castello una tappa obbligata per la conoscenza dell’arte figurativa medioevale atesina. Questi affreschi, voluti dai Vintler, vanno considerati nel quadro dell’arte gotica internazionale di carattere cavalleresco. Nel palazzo gli affreschi ricoprono le pareti della “sala dei tornei” cosiddetta per una grande scena di combattimento sulla parete meridionale, con sfondi architettonici, da cui si affacciano eleganti donzelle. Nella larga fascia sottostante sono effigiate dame e cavalieri che compongono un festoso corteo danzante. Altre scene, con il gioco della palla, con la caccia e la pesca, concludono la decorazione.
Nella “stanza da bagno”, al di sopra di un largo drappo rosso dipinto, che ricopre quasi tutte le pareti, si distingue un aereo loggiato, dal quale si affacciano dame e gentiluomini nel costume del tempo, a cui si aggiungono personaggi nudi ed animali in parte fantastici. Un lungo fregio con figure inserite in medaglioni corre sotto la travatura del tetto. Sono questi gli affreschi più belli ed interessanti di tutto il castello, venati da una sottile poesia e nostalgia che testimoniano del sapore e del fasto della vita nelle corti feudali nel momento di transizione tra il tardo Medioevo e l’Umanesimo. In un’altra sala furono rappresentati i divertimenti della nobiltà del tempo, sullo sfondo di un paesaggio comprendente Castel Roncolo e gli altri castelli circostanti.
Affreschi dovuti a diversi artefici ricoprono le pareti di altre zone del castello, come ad esempio quelli sul fronte del “palazzo d’estate”, aggiunto dai Vintler nel 1385, con il cosiddetto “ciclo delle triadi”, gruppi di figure a tre a tre: i cavalieri, gli eroi, gli innamorati. Dopo la scomparsa dei Vintler, a seguito di turbolente vicende storiche, il castello fu riscattato da Massimiliano I che ne intraprese il restauro. Ma nel 1520 un incendio scoppiato nella polveriera determinò numerosi e disastrosi crolli. Solo nel 1882, per intervento dell’Imperatore d’Austria che lo aveva ottenuto in dono, si intrapresero i primi importanti lavori di restauro.
Al cospetto del monte Bianco, con il dovuto rispetto per la vetta più alta d’Europa. È il viaggio che vi proponiamo alla scoperta del lato meno modaiolo, più naturale e sostenibile della valle di Courmayeur. Iniziamo dal centro storico della celebre stazione turistica alpina, nata nell'Ottocento in un'ampia conca a 1224 metri d'altezza. Il Museo Alpino Duca degli Abruzzi, ospitato dalla suggestiva Casa delle Guide, racconta il periodo eroico dell'alpinismo, attraverso l'esposizione di documenti originali, cimeli e attrezzature utilizzate dagli scalatori impegnati ad arrivare in cima al monte Bianco.
Poco lontano, nel Jardin dell'Ange, ecco la sezione valdostana del Museo transfrontaliero del monte Bianco: un luogo di riflessione e informazione sull'identità delle popolazioni dell'Alta Savoia e della Valle d'Aosta che si spera possa riaprire presto, dopo la lunga chiusura causata dal covid. Lasciando il centro storico e proseguendo verso il traforo del Monte Bianco si arriva al borgo di Entrèves, la porta d’ingresso della selvaggia e silenziosa Val Ferret, meta ideale per chi ama quiete e tranquillità. Chiusa al traffico automobilistico nei periodi di maggiore afflusso turistico, ma ben servita dalle corse di un bus navetta, la valle è dominata dai ghiacciai del massiccio del monte Bianco e si visita passeggiando su di un'ampia mulattiera dalla dolce pendenza, percorribile anche in bicicletta.
Lungo il cammino si incontrano diversi piccoli borghi, anticamente abitati dai contadini che coltivano il soleggiato fondovalle bagnato dalle fresche acque della Dora della Val Ferret, possibili mete di soste golose e acquisti di formaggi prodotti localmente. I più sportivi possono poi proseguire sui sentieri che risalgono la montagna e portano a bivacchi e rifugi alpini. Particolarmente affascinante e non difficilmente raggiungibile quello dedicato all'alpinista Walter Bonatti, situato a poco più di 2000 metri d'altezza. Previa prenotazione e anche possibile provare il fascino di una notte in rifugio e di un’alba sul Monte Bianco, di fronte ad affilate creste e maestosi ghiacciai. Sempre nei pressi di Entrèves inizia l’altrettanto bella Val Veny, con i suoi numerosi rifugi e diversi sentieri che si dirigono verso il monte Bianco e i ghiacciai che la dominano.
Chi ha voglia di provare l’emozione di un viaggio sulle cabine dell’avveniristica funivia Skyway Monte Bianco, che porta agli oltre 3000 metri di altezza di Punta Helbronner, deve assolutamente fermarsi alla stazione intermedia per visitare il purtroppo troppo poco conosciuto Giardino Botanico Saussurea, tra i dieci finalisti per l’edizione di quest’anno del “Parco più bello d’Italia”. Passeggiando lungo i sentieri del giardino si ammirano 900 specie alpine provenienti da tutto il mondo, i cui colori sono messi in risalto dalla naturale luce del sole.
L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta a ritornare per alcuni chilometri verso Aosta per raggiungere il borgo di Pré Saint Didier, situato in una conca verdeggiante ai piedi del monte Bianco. Nel bel centro storico si visita la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, edificata intorno all'anno Mille, con un campanile in stile romanico-lombardo dalla caratteristica torre quadrata che si ritiene essere il più antico della Valle d'Aosta. Belle le cappelle delle vicine frazioni di Verrand, Palleusieux, Champex ed Elévaz, che conservano preziose statue quattro-cinquecentesche in legno intagliato e dipinto, ma il vero e proprio gioiello di Pré Saint Didier è l’orrido, raggiungibile in una decina di minuti a piedi lungo l’ampio sentiero che parte dal parcheggio situato nei pressi del Parco Avventura Mont Blanc, in località Plain du Bois, lungo la strada per La Thuile. Qui si può attraversare la nuova e suggestiva passerella panoramica a sbalzo di acciaio che regala una vista stupenda sulla catena del Monte Bianco, sulla conca di Pré-Saint-Didier, sulla cascata dell'orrido e sulla grotta dove sgorga l’acqua calda utilizzata nei vicini stabilimenti termali.
IMMAGINI
IL DUOMO
ESTERNO DEL DUOMO
INTERNO DEL DUOMO
PIAZZA WALTHER
CHIESA DEI DOMENICANI
Trionfo della morte
LA VIA DEI PORTICI
OBSTMARKET
PIAZZA DEL MUNICIPIO
PIAZZA DEL GRANO
CASTEL RONCOLO
SALA DEI TORNEI
Particolare della caccia al cervo
VISTE DALLA TORRE DEL CASTELLO
IL FIUME TALVERA A BOLZANO
MONUMENTO DELLA VITTORIA
VAL FERRET
LO SFONDO DELLE MONTAGNE
Altopiano di Renon
Santa Giustina a Renon
San Genesio
Il gruppo del Catinaccio è chiamato Rosengarten per le colorazioni che assume al tramonto
Gruppo del Catinaccio
Gruppo del Catinaccio
MONTAGNE DELL'ALTO ADIGE
Il Sassolungo e il Sella
Massiccio dello Sciliar
Le tre cime di Lavaredo
UN BUON PRANZO
DOVE DORMIRE
Vedere anche: