DESCRIZIONE
ABBAZIA DI FARFA
L'abbazia fu fondata nel 680, sui resti di una più antica basilica devastata dai Longobardi nel secolo VI, per opera di Tommaso di Maurienne, con l'aiuto del duca di Spoleto Faroaldo II e di papa Giovanni VII. Grazie alla sua posizione strategica, venne protetta dai Longobardi e dai Franchi; Carlo Magno volle che passasse alle dirette dipendenze della sua amministrazione. Dopo un periodo di splendore sotto i Carolingi, che raggiunse il suo punto più alto nella prima metà del secolo IX con l'abate Sicardo (830 - 841), nell'891 venne assalita dai Saraceni. Dopo avere resistito per 7 anni agli attacchi, l'abate decise l'abbandono del monastero, mandando alcuni monaci a Roma, altri a Rieti, e conducendo i restanti nella Marca Fermana, dove fondò il paese di Santa Vittoria in Matenano, nelle Marche. Il monastero fu occupato dai saraceni, i quali ne fecero la base delle loro scorrerie. Il successore Raffredo, allorché scomparve la minaccia saracena, ritornò a Farfa, che trovò in completa rovina.
Con la discesa di Ottone in Italia nel 967, l'abbazia riebbe una relativa unità e riprese vita grazie alla riforma cluniacense e all'opera dell'abate Ugo (99? - 1039). Egli organizzò la vita monastica e non trascurò gli edifici abbaziali, dove si svolgevano complesse cerimonie liturgiche secondo l'uso cluniacense. Sotto il suo successore, Berardo I, Gregorio da Catino scrisse il celebre Regesto, il Chronicon, il Largitorio e il Floriger; sorse con lui il famoso scriptorium che produsse i codici dalla caratteristica lettera maiuscola. L'abbazia partecipò alle contese politiche, lottando contro i signori romani, e in particolare, i Crescenzi, per difendere la sua libertà. Favorita da Enrico IV e Enrico V, appoggiò la politica imperiale durante la lotta per le investiture in contrasto con i papi. Con il concordato di Worms (1122) e il conseguente ritorno sotto la giurisdizione papale, l'abbazia vide diminuita la sua importanza politica ed economica, perché spesso i pontefici avocarono alle loro finanze le risorse dell'abbazia, i cui conti venivano controllati da amministratori pontifici o da altri abati vicari.
ABBAZIA DI MONTECASSINO
Il monastero di Monte Cassino, fondato da San Benedetto verso l'anno 529 dell'era cristiana, sorse sulla base di una preesistente fortificazione romana del municipium di Casinum. Su questo monte si praticava ancora il culto pagano con un tempio dedicato ad Apollo ed un boschetto sacro con annessa area per i sacrifici. Reso illustre dalla prodigiosa vita e dal sepolcro del suo fondatore, Montecassino lungo i secoli ha vissuto una storia di arte, di cultura e di preghiera.
Nella fase finale della seconda guerra mondiale, Cassino venne a trovarsi sulla linea di scontro degli eserciti. Il 15 febbraio 1944, nello spazio di tre ore, fu ridotto a un cumulo di macerie.
Quanto oggi si vede è stato riedificato sull'antico modulo architettonico, secondo il programma del benemerito abate ricostruttore Ildefonso Rea: "dove era, come era".
ABBAZIA DI FOSSANOVA
L'abbazia di Fossanova è situata in un avvallamento ai piedi dei monti Lepini, tra Priverno e Sonnino. Prima dell'insediamento dei monaci Cistercensi, il luogo era stato abitato dai Benedettini, che vi avevano costruito un monastero intitolato a Santo Stefano Protomartire, dove aveva dimorato anche Gregorio IV, prima della sua elezione al papato nell'anno 827. Verso l'anno 1000, il monastero subì una ristrutturazione ed un ampliamento, testimoniato ancora oggi dai tre lati del chiostro.
Nel XII secolo, durante lo scisma di Anacleto II, quando Bernardo di Clairvaux si adoperò per il riconoscimento della legittimità di Innocenzo II, l'abbazia fu incorporata nell'Ordine Cistercense. Poiché l'abbazia giaceva in un luogo acquitrinoso, i Cistercensi iniziarono una accurata opera di bonifica, convogliando le acque paludose nel vicino fiume Amaseno. Il primo abate di Fossanova fu probabilmente il beato Gerardo martire, discepolo di San Bernardo.
La costruzione della chiesa, come appare oggi, fu iniziata nel 1163 e durò 45 anni. Nel 1208, sotto l'abate Stefano da Ceccano, l'altare della nuova chiesa venne solennemente consacrato da Innocenzo III. Tra il 1170 ed il 1250, anche gli altri ambienti della vecchia abbazia furono ristrutturati.
ABBAZIA DI CASAMARI
L'abbazia di Casamari è situata nel territorio di Veroli, in provincia di Frosinone, a 300 metri di altezza, sopra una collina rocciosa che degrada dolcemente verso il torrente Amaseno.
Agli albori del secondo millennio, alcuni ecclesiastici di Veroli diedero inizio alla costruzione di una chiesa dedicata ai santi Giovanni e Paolo, con l'intento di costituire una comunità monastica. L'abate Giovanni, del vicino monastero di San Giovanni, concesse a quattro di loro l'abito: nasceva così la prima comunità benedettina di Casamari.
I monaci benedettini costruirono un monastero con una chiesa di modeste dimensioni che fu ampliata nella metà dell'XI secolo. In quel periodo, l'abbazia conobbe un notevole sviluppo, attestato dalle numerose donazioni. Agli inizi del XII secolo conobbe però una grave crisi economica per il venir meno dell'economia curtense e l'affermarsi di quella commerciale; inoltre la riforma gregoriana aveva prodotto anche un forte disorientamento dal punto di vista religioso.
Nel frattempo in Europa conosceva una grande espansione l'Ordine cistercense, la cui spiritualità raggiungeva anche l'Italia, grazie a Bernardo di Clairvaux. Molti monasteri benedettini richiedevano l'incorporazione nell'Ordine cistercense, protetto anche dai pontefici, perché garantiva fedeltà e devozione. Tra il 1140 ed il 1152, per iniziativa dello stesso Bernardo di Clairvaux, Casamari fu incorporata all'Ordine di Citeaux. I monaci benedettini furono, così, sostituiti dai cistercensi, i quali divennero subito molto popolari per per l'impostazione di vita improntata a semplicità, povertà e austerità.
Tra la fine del XII secolo e l'inizio del successivo iniziò la costruzione dell'attuale convento, secondo la planimetria tipica dell'Ordine cistercense. Nel 1203, il papa Innocenzo III benedisse la ptima pietra della chiesa; terminati i lavori, la chiesa fu solennemente consacrata da Onorio III e deicata ai Santi Giovanni e Paolo e alla Vergine Assunta.
Nella seconda metà del XIV secolo, l'affermarsi delle monarchie in Europa, la cattività avignonese (1305 - 1377) ed il grande scisma d'Occidente (1378 - 1417) determinarono una crisi generale delle istituzioni ecclesiastiche che coinvolse anche gli Ordini religiosi. Le abbazie cistercensi, che si erano affermate al tempo dei Comuni, come espressione di una forte idealità democratica e di una profonda esemplificazione di vita cristiana, persero la loro vitalità sociale ed il loro prestigio spirituale.
Agli inizi del 1400, il il monastero subì ingenti danni a causa di funesti eventi bellici. Inoltre nel 1430 Martino V istituì una commenda a favore del nipote, il cardinale Prospero Colonna. La comunità ecclesiastica perse così il possesso dei propri beni terrieri, i cui frutti andavano al "commendatario".
ABBAZIA DI SAN NILO A GROTTAFERRATA
La Basilica della SS. Vergine fu costruita da San Bartolomeo, cofondatore del monastero con San Nilo di Rossano, con materiale proveniente dai ruderi delle vicine ville romane e consacrata nel 1024 da Giovanni XIX.
IMMAGINI
ABBAZIA DI FARFA
ESTERNO
INTERNO
IL BORGO
VISTE PANORAMICHE
ABBAZIA DI MONTECASSINO
I LUOGHI
ESTERNO
INTERNO
LA CRIPTA
La tomba di san Benedetto e santa Scolastica
ABBAZIA DI FOSSANOVA
ESTERNO
INTERNO
CHIOSTRO
SALA CAPITOLARE
IL REFETTORIO
LA STANZA DI SAN TOMMASO
ABBAZIA DI CASAMARI
INTERNO
ESTERNO
CHIOSTRO
AULA CAPITOLARE
REFETTORIO
VISTE DALL'ALTO
ABBAZIA DI SAN NILO A GROTTAFERRATA
ESTERNO
INTERNO
MURA ESTERNE DEL COMPLESSO
VISTA DALL'ALTO
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