domenica 12 giugno 2016

MYKONOS - IL FASCINO DELL'ISOLA DELLA VITA NOTTURNA


Uno scoglio brullo, grigio, cattivo. Un pezzo di terra buttato a caso nel mare. Buono solo per le capre ed i gabbiani. Non un posto per gli dei, nemmeno per gli uomini. Vista dalla barca, Mykonos appare in questo modo al turista che vi approda per la prima volta. Molti vivono istanti di sconforto, prima di doppiare il capo che nasconde il porto e, con esso, il paese.
Sebbene sia arida e brulla, Mykonos è una delle isole più famose delle Cicladi per le sue spiagge dorate e per la vivace vita notturna. Fu molto visitata dagli intellettuali agli albori dell'era turistica, che cominciarono a fermarsi sull'isola, vivendo indimenticabili giorni di sole e di tranquillità ed innamorandosi dell'isola. Rapidamente, il "segreto" che nell'Egeo esisteva un'isola, sulla quale ognuno poteva trovare un angolo pittoresco da godere, si diffuse ai quattro venti.  Oggi Mykonos prospera sulla propria reputazione di rutilante isola internazionale, la più alla moda di tutta la Grecia.

UN POCO DI STORIA 

Secondo la mitologia, Mykonos prese il nome dall'eroe Mykonos, figlio di Anio. Anio era figlio di Apollo e della ninfa Rio. Siccome l'isola era piena di grosse rocce, si pensava che vi fossero sepolti i Giganti uccisi da Eracle. Si credeva che vi fosse sepolto Aiace, figlio di Oileo della Locride, morto nel naufragio della nave che lo riconduceva in patria da Troia. A Troia aveva violentato la figlia di Priamo, Cassandra, Sacerdotessa di Atena, all'interno del tempio della Dea. 
Dopo la sconfitta dei Persiani a Maratona (490 a.C.), Dati e la sua flotta si fermarono per un periodo sull'isola. Dopo la definitiva sconfitta dei Persiani, Mykonos divenne membro dell'alleanza Delica, come tutte le altre isole dell'Egeo e pagava agli Ateniesi una tassa annuale. La dominazione ateniese ebbe inizio nel 478 a.C.  e terminò nel 393 a.C. Le Cicladi non parteciparono né alla spedizione di Alessandro Magno, né ai conflitti dei suoi successori.
Dopo la conquista delle Cicladi da parte dei Romani, sembra che Mykonos abbia avuto un periodo florido fino all'88 a.C., quando Delo venne distrutta da Mitridate. Quattro anni dopo, i Romani riconquistarono Mykonos e le Cicladi, che fecero parte della Provincia Asiatica. Durante il Periodo Bizantino, Mykonos fece parte del "thema" (divisione amministrativa) delle isole. Doveva quindi pagare una imposta per la flotta che doveva proteggere le isole.

Con la conquista dell'Impero Bizantino da parte dei Franchi, i Veneziani divennero i padroni delle Cicladi e nel 1207 il governo di Mykonos e Tino venne dato ai fratelli Andrea ed Eremia Ghizi, la cui dinastia la mantenne fino al 1390. L'ultimo della dinastia, Giorgio III Ghizi, sul letto di morte lasciò, con un testamento orale, i suoi beni alla Repubblica di Venezia. Nello stesso momen to, gli abitanti delle due isole, tramite i loro rappresentanti, chiesero di essere posti sotto il diretto dominio di Venezia, cosa che avvenne il 24 aprile 1390, quando Nicola Vincivera venne inviato sull'isola come primo governatore veneziano. Nel 1411, Mykonos e Tino, con trattato tra i Turchi ed i Veneziani, vennero riconosciute come possedimento veneziano. Il dominio veneziano durò fino al 1537, quando Kaired-Din Barbarossa conquistò l'isola che non aveva opposto resistenza. La maggior parte della popolazione fu rapita da Barbarossa, mentre altri si rifugiarono a Tino che rimase veneziana fino al 1715. I Veneziani rioccuparono temporaneamente Mykonos nel 1545, durante la guerra di Creta nel periodo 1645-1669 e successivamente nel periodo 1684-1699.    


Nel 1615 venne fondata la Comunità dei Miconioti, applicando il regime di autogoverno che i Turchi avevano loro accordato; da quell'anno, l'isola fu caratterizzato da rappresentanti eletti, ogni anno, da tutti gli abitanti. Comunque, i Voivodes, gli esattori delle tasse Turchi, ebbero un ruolo imprtante nel governo dell'isola. Durante l'occupazione russa delle Cicladi (1770-74) Mykonos fu governata da quattro fiduciari. Esperti marinai dell'isola parteciparono all'incendio della Flotta Turca a Cesme (26 giugno1770) e presero parte alle battaglie navali di quel periodo.

Durante la Guerra di Indipendenza Greca, un notevole numero di esperti marinai e di navi di Mykonos parteciparono alla lotta. A tale lotta diede un contributo decisivo Manto Mavroghenous, una greca molto colta, che mise a disposizione le sue ricchezze per l'allestimento di una flotta. Dopo il riconoscimento della Grecia come nazione indipendente (1830), iniziò la ricostruzione e Mykonos riuscì a ristabilire la sua flotta commerciale ed il benessere ricominciò a fiorire sull'isola.



ARCHITETTURA

Non ci sono stati architetti famosi, ma anonimi costruttori popolari. Il loro innato senso artistico ed il materiale laterizio locale hanno dato origine a strutture diverse, ma di incredibile coerenza, con semplici e puri volumi. Le case, bianche e cubiche, sono costruite in linea. Imbiancate a calcina e sempre pulite, sono generalmente a due piani, co due aperture per ogni piano, una per la porta e l'altra per la finestra. C'è poi una lunetta centrale, necessaria alla illuminazione del piano superiore. L'accesso a tale piano avviene con una scala in legno esterna, spesso decorata con vasi di fiori. La struttura interna delle case è semplice ed è costituita da una sezione frontale come cucina o soggiorno e da una sezione posteriore per dormire.   Domina il bianco, interrotto dal blu delle cupole delle chiese, delle finestre e delle porte.  Questo è un gioco tra i colori artificiali e quelli naturali del paesaggio e del mare. Le Corbusier, dopo aver visitato Mykonos, disse: "Ciò che l'architettura ha da dirci, lo dice qui".
Oggi i mulini a vento costituiscono un simbolo dell'isola. Queste strutture, importanti per la macinazione dei prodotti dell'isola, erano solo 16 e facevano di tutto. Bianchi e circolari, con il tetto conico in legno, si risvegliano al soffio del vento per 200 e fino a 300 giorni l'anno.  
A Mykonos vi sono più di 500 chiese, con la cupola o il tetto semicircolare, blu o rosso scuro. Vennero costruite dai devoti isolani, spesso per adempiere ad un voto fatto in un momento di pericolo in mare. Il monumento più fotografato dell'isola è Paraportiani, un complesso architettonico di cinque chiese, costruito gradualmente durante il sedicesimo o diciassettesimo secolo.
Venetia, il quartiere con le case costruite sul mare, dai portici multicolori e dalle terrazze in legno, sotto cui si infrangono le onde, ha un fascino particolare. E' il quartiere più amato dagli artisti, che spesso l'hanno immortalato in meravigliosi quadri.  


CLIMA

Il vento ti accompagna per tutta la durata del tuo soggiorno sull'isola. E' raro non sentirne il tocco, a volte dolce e leggero, altre volte violento e pauroso, come se una forza invisibile volesse tenerti ancora sull'isola. Il mare, pulito e cristallino, ha diversi color ad ogni ora del giorno: alcune volte azzurro, altre blu, altre verde azzurro, arancione al tramonto, spesso rosso come il fuoco, secondo i giochi del sole.

IL PORTO










PASSEGGIATA SUL MARE 

 













I MULINI
















LA PICCOLA VENEZIA


 

 

 

CHIESE

 

 

 

I VICOLI

 VISTE DAL MARE