LA STORIA
Con i suoi bastioni monumentali che evocano scene di battaglie e di tornei, Castel Sant'Angelo domina la riva destra del Tevere, tra via della Conciliazione, via Crescenzio e il palazzo di Giustizia. In pochi minuti si raggiunge San Pietro percorrendo via della Conciliazione. Questa strada scenografica fu realizzata dagli architetti Piacentini e Spaccarelli cancellando un groviglio di vicoletti preesistenti: è uno dei manifesti dell'urbanistica del Ventennio.
Publio Elio Adriano, figlio adottivo di Traiano, fu imperatore dal 117 al 138: uno dei periodi migliori dell'Impero Romano. Fece costruire per sé e per i suoi familiari un grande sepolcro, sul modello di quello di Augusto; a tale scopo scelse la zona vicina all'ager vaticanus, una zona isolata fuori della città, al di là del Tevere. L'isolamento era però limitato dal ponte Elio che costituiva un accesso diretto alla città e fu costruito insieme al monumento.
Secondo le fonti storiche, il sepolcro era costituito da tre livelli; il primo era un basamento quadrangolare, su cui si innalzavano due corpi cilindrici sovrapposti. Il basamento quadrato era alto circa 15 metri ed aveva le pareti esterne rivestite da lastre di marmo decorate con fregi, che erano intervallate da pilastri. Il grande corpo cilindrico era anch'esso rivestito da lastre di travertino ricoperte di marmo e culminava con un giardino alberato. Al centro si trovava un piccolo tempio, in cui erano custodite le spoglie dell'imperatore.
Nel 271 l'imperatore Aureliano incorporò il monumento nelle nuove mura, da lui fatte costruire per difendere la città dalle invasioni dei barbari. Furono altresì costruite merlature e feritoie nel basamento, in modo da trasformare il monumento in una fortezza. Nel IV secolo, Costantino costruì la Basilica di San Pietro nelle adiacenze. L'afflusso di pellegrini favorì la nascita di un borgo che divenne obiettivo di assalti e perciò fu fortificato da Leone IV nell'852.
Bonifacio IX (1389- 1404) apportò notevoli modifiche, nell'intento di rendere la parte centrale della costruzione inaccessibile. Il sepolcro fu inglobato in una torre quadrata e fu costruito un fossato intorno al cilindro.
Ulteriori importanti modifiche furono apportate da Niccolò V (1447-55) che fece erigere quattro baluardi agli angoli del complesso e costruì, nella zona al di sopra del cilindro, una modesta dimora per il pontefice, addossata alla torre centrale. Tali modifiche si inserivano in un piano di ristrutturazione urbanistica che prevedeva la trasformazione del Borgo in una vera e propria "cittadella curiale" con la costruzione di nuove e altissime mura. Fu Alessandro VI che completò tali opere, incorporando i torrioni in più ampi bastioni, costruiti da Antonio da Sangallo il giovane, e unendoli con una cortina muraria.. Fece inoltre costruire un ulteriore torrione davanti al ponte, fece scavare un ulteriore fossato tutto intorno, restaurò il passetto di Borgo e arricchì la merlatura del cilindro.
Il Castello era ormai una fortezza formidabile e papa Paolo III Farnese si dedicò a trasformarlo in una splendida residenza, creando un grande appartamento che si estendeva dalla Loggia di Giulio II fino all'altro affaccio sulla città che ornò con una seconda loggia, la Loggia di Paolo III. Per ornarla con stucchi ed affreschi furono chiamati i migliori artisti del momento.
Gli altri pontefici non apportarono modifiche significative, per cui il Castello mantenne la forma acquisita. Pio IV fece costruire la cinta pentagonale a forma di stella con cinque baluardi e Urbano VIII fece demolire il torrione che si innalzava davanti al ponte. Nel 1669, sotto papa Rospigliosi, Gian Lorenzo Bernini restaurò e ornò il ponte.
Nel 1870 il monumento venne acquistato dallo Stato Italiano che lo impiegò come carcere militare e caserma. Nel 1925 fu istituito il museo e furono fatti grandi lavori di riordino e restauro del sito.
STRUTTURA DEL MONUMENTO
Il Cilindro romano, il dromos e la rampa elicoidale
Il corpo centrale del sepolcro ha un diametro di 64 metri ed è alto circa 21. Esso costituiva il secondo livello del sepolcro ed era rivestito di lastre di travertino e di marmo andate perdute. Il percorso di visita inizia dal dromos, l'ingresso al sepolcro imperiale. Successivamente inizia la rampa elicoidale, un lungo camminamento che sale con lieve pendenza fino al livello superiore, compiendo un giro di 360 gradi. Essa si connette con un'altra rampa, detta diametrale, che porta alla Sala delle Urne, posta a metà del percorso. La Sala si trova al centro esatto del mausoleo. Sopra di essa, ai vari livelli, si trovano la Sala della Giustizia, la Sala del Tesoro e la Sala della Rotonda. Al termine della rampa diametrale si arriva al Cortile dell'Angelo.
Il Cortile dell'Angelo
E' così definito per la presenza della scultura raffigurante l'Arcangelo Gabriele. Essa fu eseguita nel 1545 circa da Raffaello di Montelupo, allievo di Michelangelo. Originariamente questa scultura si trovava nel terrazzo alla sommità. Nel 1752 fu trasportata qua e sostituita dalla attuale statua in bronzo. Anticamente era chiamato Cortile d'Onore, perché su di esso si affacciavano gli appartamenti pontifici, realizzati al tempo di Niccolò V.
Il cortile della balestra
E' così soprannominato per la presenza di una antica balestra. Qui si tenevano spettacoli al tempo di Leone X. E' caratterizzato dalla presenza di un bellissimo pozzo con lo stemma di Alessandro VI Borgia. Nel cortile a semicerchio si svolgevano spettacoli teatrali per una corte papale del tutto disinibita.
Sotto il cortile è presente una serie di piccoli ambienti destinate a depositi alimentari. Ci sono ance tristi celle che ospitarono personaggi come l'umanista italiano Pomponio Leto, Benvenuto Cellini, Giordano Bruno, il conte di Cagliostro, Beatrice Cenci.
Il Passetto di Borgo
E' un lungo e suggestivo camminamento di 800 metri che collega il Castello ai Palazzi Vaticani, ricavato al di sopra delle mura che delimitavano in passato la cittadella leonina. Fu realizzato per garantire ai pontefici una via di fuga in caso di pericolo. Fu usato per la prima volta ai tempi di Niccolò III (1277 - 80). Fu risistemato ai tempi di Niccolò V che si occupò dell'assetto urbanistico di Borgo e creò un appartamento pontificio all'interno del Castello. In occasione del Sacco di Roma del 1527, il Passetto permise a Clemente VII di sfuggire alle violenze dei Lanzichenecchi.
La Marcia Ronda
Scendendo dal Cortile dell'Angelo attraverso la rampa diametrale, si arriva al ponte levatoio che immette nella Marcia Ronda, il camminamento che collega i quattro bastioni. Esso corre lungo la cinta muraria esterna ed era percorso dalle sentinelle che erano adibite alla guardia dei bastioni. Girando verso destra si incontrano in sequenza il Bastione di San Matteo, il Bastione di San Marco ed i Bastione di San Luca. Infine, dopo avere superato un edificio rettangolare, adibito ad armeria, si giunge al Bastione di San Giovanni.
La Sala Paolina
L'appartamento voluto da Paolo III è una sorta di dimora patrizia, un museo nel museo. Vi si accede attraverso la loggia di Giulio II: un belvedere privato dove i pontefici avevano modo di osservare il viavai di gente sul sottostante ponte Sant'Angelo. Spesso tale viavai diventava una calca caotica di pellegrini diretti a San Pietro. Ad essa si ispirerà l'immagine dantesca del pigia pigia delle anime dannate, esperienza personale di Dante durante il giubileo del 1300.
E' l'ambiente più fastoso di tutto il palazzo e fu costruita a seguito degli ampliamenti degli appartamenti pontifici voluti da Paolo III, eletto papa nel 1534. La Sala Paolina presenta una serie di episodi che fanno riferimento ad Alessandro Magno e a san Paolo, dato che il papa si chiamava Alessandro Farnese ed aveva assunto il nome di Paolo III. Dominano le pareti corte le due figure dell'arcangelo Michele e dell'imperatore Adriano che simboleggiano la cultura romana e la cultura cristiana. La decorazione, realizzata negli anni 1545-47, fu affidata a Perin del Vaga, allievo di Raffaello, che si avvalse dell'aiuto della sua grandissima bottega.
L'Angelo
Sulla sommità del monumento svetta la figura dell'Arcangelo Michele, che è il simbolo del monumento e ricorda un episodio miracoloso avvenuto nel 590: durante una processione guidata da Gregorio Magno per intercedere presso il Signore per porre fine ad una terribile pestilenza, che stava devastando la città di Roma, apparve proprio sulla sommità del monumento l'Arcangelo Michele nell'atto di rinfoderare la spada, ad indicare la fine della epidemia.
Una scala elicoidale, accanto alla Camera del Tesoro, porta alla grande terrazza alla sommità. Qui si gode una delle viste più belle di Roma. All'intorno un caleidoscopio di cupole: San Pietro e i palazzi apostolici, il Quirinale, il Gianicolo e, in lontananza i Castelli Romani, la cerchia dei monti Prenestini e l'oraziana mole del Soratte. Da questa terrazza, dominata dall'imperioso Angelo di bronzo, partiva la girandola dei famosi fuochi d'artificio settecenteschi, ammirati anche da Goethe: il giorno dell'Ascensione si incendiava l'intero Castello.
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Passetto di Borgo Marciaronda
Dromos - Ingresso Celle radiali e cordonata di Paolo III
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Mausoleo di Adriano nel suo antico stato - Incisione di G. Brun
CASTEL SANT'ANGELO COME E' ATTUALMENTE
Castel Sant'Angelo come è attualmente
1 - Ponte decorato da Bernini e aiuti sotto Clemente IX (1667 - 1669)
2 - Lungotevere realizzato contemporaneamente alla costruzione degli argini del Tevere nel 1894
3 - Bastione di San Giovanni realizzato nel 1894, ricostruendo la torre di Niccolò V
4 - Bastione di San Matteo, trasformato nei primi anni del XX secolo, demolendo l'ampliamento seicentesco
5 Appartamento del Vice castellano, realizzato sotto Clemente XII (1730 - 1740) e Benedetto XIV (1740 - 1758) al di sopra della Loggia di Giulio II
6 Terrazzo delle corazze
7 Statua dell'Arcangelo Michele, eseguita nel 1752 da P.A Verschaffelt
CASTEL SANT'ANGELO COME E' OGGI
L'attuale configurazione iniziò con i restauri ottocenteschi, quando l'innalzamento degli argini del Tevere ne alterò il rapporto con il fiume e con il ponte. Nel 1933 - 34 furono demolite le casermette volute da Urbano VIII e furono ripristinati i fossati ed i bastioni di Pio IV. Il giardino, sorto tra il perimetro quadrato e quello pentagonale, ha reso mutila la fortificazione.
A B C D
E F G H I
A = La sala detta di Apollo per le grottesche e le storie ispirate al mito del dio che Perin del Vaga dipinse nel 1547
B = La sala Paolina, la più vasta degli appartamenti papali, riccamente ornata da dipinti di Perin del Vaga e Pellegrino Tibaldi
C = La torre a quattro livelli diventò il maschio del maniero papale. Contiene dal basso la sala della Giustizia, la camera del Tesoro, la sala Rotonda
D = La cella funeraria che conteneva le ceneri degli imperatori. Del primitivo rivestimento in marmi preziosi restano solo tracce.
E = Rampa diametrale ricavata nell'antica mole cilindrica; percorrendola, grazie a un ponte costruito nel 1822 dal Valadier, si giunge alla sala delle urne cinerarie
F = Le rampe di accesso al ponte Sant'Angelo di età romana furono sostituite dalle attuali all'inizio dell'Ottocento.
G = Dal lungo atrio absidato un corridoio a spirale sale all'atrio superiore e alla cella funeraria ricavata nello spessore della mole adriana.
H = I setti radiali del basamento sono stati conservati e trasformati nel Medioevo in magazzini e scuderie
I = Il bastione a nord-est conserva una delle quattro torri circolari sorte nel Trecento agli angoli del basamento.
A B C D
E F
A = Il Passetto, il corridoio sopraelevato che, dal Vaticano, in caso di pericolo, consentiva ai pontefici di rifugiarsi nella fortezza
B = Nel 271 Aureliano trasformò il tamburo in fortezza. L'aspetto attuale è dovuto ai papi nel XV - XVI secolo
C = Nei quattro bastioni ottagonali che si vedono tuttora sono state incorporate le preesistenti torrette trecentesche
D = Solo nel 1933 - 34 furono eliminate le casematte che circondavano la piazzaforte, fatte erigere da Urbano VIII
E = Quattro torri circolari sorsero nel Trecento agli angoli del basamento, che venne ad assumere l'aspetto di un castello
F = Cinque bastioni a cuore sorsero nel Rinascimento ai vertici della fortezza pentagonale che trasformò il castello in cittadella
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VISTE DI CASTEL SANT'ANGELO DALL'ESTERNO
Il cilindro romano
IL PASSETTO DI BORGO
L'ENTRATA
Testa di Adriano (all'ingresso)
La rampa diametrale che attraversa tutto l'edificio
IL CORTILE DELL'ANGELO
CORTILE DELLA BALESTRA
IL PASSETTO DI BORGO
MARCIA RONDA
GIRETTI
Viste esterne
Giretto coperto di Pio IV
LA SALA PAOLINA
VISTE DI ROMA DALLA TERRAZZA
Viste di San Pietro
Vista verso il Palazzo di Giustizia
Vista del Tevere e ponte Sant'Angelo
Vista verso il Gianicolo e fontana dell'acqua Paola
Vista verso il Quirinale e villa Medici
Vista verso l'Altare della Patria
Il Tevere
VISTA DALL'ALTO
L'ANGELO
L'angelo dalla terrazza
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A Castel Sant'Angelo è ambientato il finale dell'opera Tosca di Giacomo Puccini.
Tosca vuole salvare il suo amante Maro Cavaradossi, patriota. Chiede un salvacondotto al barone Scarpia, capo della Polizia, il quale pretende in cambio un incontro d'amore. Tosca finge di acconsentire, ma, quando Scarpia le consegna il foglio firmato, lo pugnala. Scoperta e inseguita, si rifugia sulla terrazza di Castel sant'Angelo e di lì si getta nel Tevere (allora non c'erano gli argini!).
Intanto però Cavaradossi era già stato fucilato.
Tosca "Se la giurata fede devo tradire...."
Tosca si getta da Castel Sant'Angelo
https://www.youtube.com/watch?v=Wyi4Pjosnp0
L'imperatore Adriano morì il 10 luglio 138 d.C. nella sua residenza di Baia. Per la affascinante bellezza del paesaggio, il clima mite e le fonti termali naturali, tale località era diventata luogo di villeggiatura per i ricchi romani che vi costruivano sontuose ville. A causa di un fenomeno di bradisismo, i resti archeologici sono sommersi.
Da "Vita di Adriano" di Ferdinand Gregorovius:
"Mentre faceva edificare il Tempio di Venere e Roma e la villa di Tivoli, Adriano si ricordò di essere mortale e volle prepararsi anche la tomba. E scelse per località i giardini di Domizia sulla via Triumphalis che conduceva in città passando sul Ponte Trionfale. Egli volle trasformare tutto il quartiere Vaticano. Prima di tutto vi fece sorgere un circo, destinandolo ai giochi in onore della sua divinità. I Goti sotto Vitige si trincerarono in quel circo, i cui avanzi rimasero a lungo visibili durante il medioevo dietro il Mausoleo. Adriano, non potendo riposare così gloriosamente come Traiano nel centro della città, entro il basamento della sua colonna, volle costruirsi un Mausoleo più bello di quello di Augusto, le cui camere interne si erano già riempite di terra e più degno di ammirazione di quello di Alicarnasso. Ed in verità il vanaglorioso Imperatore ha creato un monumento, i cui avanzi, uniti alle sovrastrutture medioevali, formano ancor oggi una delle caratteristiche di Roma, nonostante la vicinanza del Vaticano. Egli impiegò molti anni alla costruzione di questo monumento, che anch'esso, senza dubbio, fu costruito su disegni suoi.
Il Mausoleo di Adriano, sollevantesi maestoso a vari ripiani, ricchissimo di statue e di marmi, doveva avere un aspetto meraviglioso. Ma non è giunta a noi nessuna riproduzione del suo vero aspetto e le descrizioni e riproduzioni di Procopio, Labacco, Piranesi, hirt, Canina e di altri, sono in gran parte fantastiche. La gigantesca mole riposava su di una base quadrata ricoperta di travertino ed alta quindici palmi, che ancor oggi si è conservata nelle sue linee essenziali. Agli angoli di questa specie di immenso zoccolo dovevano sorgere quattro cavalli di bronzo dorato. Sopra questo piano si innalzava una torre rotonda rivestita di lastre di marmo e circondata da un colonnato corinzio. Evidentemente Adriano, si è servito, come modello, della tomba di Cecilia Metella, con il suo fregio di teste di tori e l'architrave, sotto cui erano attaccati gli scudi con le iscrizioni funerarie.
In questo colonnato e sulle lastre della torre, a cui si accedeva per mezzo di una scalinata, abbondavano le sculture di ogni genere: statue di uomini e cavalli di meravigliosa fattura, come dice Procopio, sopra le quali dominava per le sue immense proporzioni la statua di Adriano su di una quadriga. Dall'ingresso del Mausoleo, chiuso da una porta di bronzo (la celebre "porta aenea" del medioevo), un androne a volta, simile a quello delle piramidi egiziane, conduceva in linea elicoidale alla stanza destinata ad essere la tomba imperiale e situata nel mezzo della torre rotonda. E' una sala quadrata che un tempo dovette essere ricoperta di marmi preziosi; quattro grandi nicchie indicano ancora dove dovevano essere collocati i sarcofagi. I resti di Adriano riposavano in un sarcofago di porfido posto al centro della stanza. Sembra che sopra la torre rotonda vi fosse una costruzione ancora più piccola a forma di tempio, con colonnato, dove vi doveva essere una seconda stanza funeraria. Non sappiamo come terminasse la cupola di questo tempio e l'opinione che essa sorreggesse una grossa pigna di metallo dorato, che ora sta nel cortile del Belvedere, non è fondata su nessun fatto certo.
L'ingresso primitivo del Mausoleo guardava verso il Ponte Elio, che Adriano aveva fatto costruire poco lontano dal Trionfale, il quale probabilmente venne demolito. Il nuovo ponte a sette arcate, di travertino e ricco di statue, era già finito nell'anno 137. Adriano invece non visse fino a che furono terminati i lavori del Mausoleo, ed è incerto se vi furono seppelliti sua moglie Sabina e suo figlio adottivo Elio Cesare. Forse Antonino Pio, che fece trasferire da Pozzuoli le ceneri di Adriano per collocarle nel Mausoleo, avrà anche ordinato il trasporto dei resti di Sabina e di Elio. Ma noi non lo sappiamo; da una iscrizione rileviamo solamente che nell'anno 139 egli consacrò il Mausoleo ai suoi genitori adottivi Adriano e Sabina. Il magnifico edificio rappresenta l'epilogo della vita e delle gesta di Adriano."
Vedere anche:
ROMA - SAN PIETRO _ IL PROGETTO DI MICHELANGELO
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ROMA - I LUOGHI DEL POTERE
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TIVOLI - VILLA ADRIANA - IL SOGNO DI PIETRA DELL'IMPERATORE ADRIANO
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